Mestre, la mostra: Kandinsky, punti e linee per esprimere l'anima

Venerdì 30 Settembre 2022 di Filomena Spolaor
Venezia, la mostra: Kandinsky, punti e linee per esprimere l'anima

MESTRE - Padre dell'astrattismo lirico che ha rivoluzionato lo sguardo è Wassily Kandinsky. Da Punto, linea superficie, titolo di un celebre libro da lui scritto nel 1926, prende avvio oggi al Centro Culturale Candiani la mostra che descrive il percorso dell'Astrattismo a partire dalle opere e dal pensiero del Maestro russo. In esposizione una raffinata selezione di 43 capolavori del Novecento internazionale e italiano, pervenuti a Cà Pesaro - Galleria Internazionale d'Arte Moderna, gioiello della Fondazione Musei Civici Veneziani, per volontà di grandi collezionisti da Paul Prast a Giuseppe e Giovanna Panza di Biumo - o attraverso acquisizioni da artisti-collezionisti come Emanuel Föhn o derivati da lasciti, come quelli di Lidia de Lisi Usigli, oppure acquisiti dal Comune di Venezia in occasioni di Biennali o ancora destinati a Cà Pesaro dal Ministero della Cultura, altre istituzioni o aziende.

Il percorso

Già dall'inizio del 900, Kandinsky libera la sua pittura da qualunque riferimento alla realtà, dando vita a un astrattismo lirico fondato su basi filosofiche e profonde affinità con il linguaggio della musica.

Con Franz Marc e Paul Klee Kandinsky fonda il movimento artistico Der Blaue Reiter (Cavaliere Azzurro), che propone un rinnovamento dell'arte a partire dalle sue origini. Al Candiani è presente un nucleo di ben nove opere del Maestro, tra cui Zig zag bianchi del 1922, acquisito alla Biennale del 1950, e Tre triangoli del 1938, lascito di Lidia de Lisi Usigli, insieme a un'emozionante sequenza di Piccoli mondi sempre del 1922, donazione di Paul Prast. «Partendo da Kandinsky - spiega Elisabetta Barisoni, curatrice della mostra e responsabile di Ca' Pesaro - ci siamo concentrati su artisti che hanno compiuto il loro percorso nell'astrattismo. Fino ad arrivare, come lo stesso Kandinsky ha scritto, a trovare nelle linee e nel colore la massima espressione del loro animo». In abbinata appaiono Paul Klee, anch'egli rappresentato da un nucleo di sette opere: si va da Idillio di villaggio (1913) a Mangia dalla mano (1920), a Con il serpente (1924), al Paesaggio con rocce ed abeti (1929) e Tre soggetti polifonici (1932). Completa la sezione un lavoro su carta di Lyonel Feininger, Il molo sul Rega del 1927. La sezione su Le avanguardie tra astrazione e Surrealismo allinea opere di Enrico Prampolini, tra cui le Analogie cosmiche (1931), Le forme musicali di Luigi Veronesi, e Joan Miró, Antoni Tàpies, Yves Tanguy. La terza parte della mostra esplora la persistenza dell' Astrazione nel secondo dopoguerra, apre con Ben Nicholson e si sviluppa poi nelle esperienze internazionali dell'Espressionismo astratto e in Italia del Fronte Nuovo delle Arti e dell'Astrattismo segnico. Da Afro e Santomaso a Emilio Vedova, da Mario Deluigi a Tancredi le forme dell'astrazione nella seconda parte del 900 si collocano tra informale, suggestione lirica e carica gestuale.

La mostra si chiude con un'accurata selezione di scultura con capolavori di Mirko Basaldella, Eduardo Chillida e di Bruno De Toffoli. Infine la ripresa di un'astrazione radicale si fa strada con le esperienze minimali di Richard Nonas e di Julia Mangold, che introducono il visitatore nel pensiero degli anni Settanta. La mostra è visitabile fino al 21 febbraio 2023, ed è accompagnata da percorsi guidati, anche virtuali e laboratori per i più piccoli.
 

Ultimo aggiornamento: 12:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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