Il tutore di una paziente morta:
«Ora voglio la cartella clinica»

Domenica 22 Giugno 2014
Un fermo immagine dei filmati dei maltrattamenti
PIANIGA - Gli abusi e sevizie che si sono verificati su pazienti ricoverati negli istituti Polesani di Ficarolo hanno fatto alzare le antenne a tutti coloro che hanno avuto a che fare con la struttura rodigina.



È il caso di una signora di 45 anni, R.C., di Pianiga che un paio d'anni fa il giudice aveva affidato, in qualità di amministratore di sostegno, all'avvocato Emanuele Compagno di Camponogara, unitamente alla sorella ed alla madre. A causa dell'aggravarsi della malattia di natura fisica e mentale, la signora era stata ricoverata nell'Istituto polesano.



L'avvocato camponogarese osserva che «l'aggravarsi dell'infermità aveva indotto i medici a suggerirne il ricovero. La signora aveva problemi che la portavano ad aumentare costantemente di peso ma con il ricovero sembrava che tutto procedesse al meglio. Mi tenevo costantemente in contatto con i sanitari dell'Istituto ricevendo sempre conferma del buono stato di salute della signora».



Tutto procedeva per il meglio dunque, ma improvvisamente, un giorno gli telefonarono avvertendolo che la signora si era aggravata e, nel giro di pochissimo il 9 ottobre scorso, lo informarono della sua morte. Nel referto medico risultò che il decesso era conseguente a cause naturali ma alla luce di quanto è emerso in questi giorni, considerato anche come la morte sia sopraggiunta in modo molto veloce, è chiaro che qualche dubbio sorge, e che ora l’avvocato Compagno intende muoversi per appurare cosa sia accaduto realmente.
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