Grandine, dopo due mesi nemmeno un centesimo: «Ci sentiamo abbandonati, abbiamo preventivi da 30mila euro»

Cittadini esasperati, specie In Riviera del Brenta: devastati i tetti delle case, le tapparelle i vetri e le carrozzerie delle auto

Lunedì 25 Settembre 2023 di Alda Vanzan
Grandine grande quanto palline da tennis

VENEZIA - Ogni giorno una processione, gente che entra in municipio e sventola preventivi, botte anche da 30mila euro per rifare il tetto e poi le tapparelle, i vetri, la carrozzeria dell’auto. Disperati che a più di due mesi dalle violente grandinate che hanno colpito il Veneto - senza contare il maltempo dell’ultimo fine settimana - non sanno più a che santo votarsi. Perché i lavori vanno fatti, ma bisogna anche decidere “come” pagare: in black, che così si paga meno, o in white, tanto poi ci saranno i contributi dello Stato? Perché il punto è proprio questo: ci saranno i contributi? Ecco perché la gente va in municipio sventolando i preventivi, perché spera di avere una risposta: ci saranno gli aiuti di Stato per il maltempo che ha flagellato la Regione dal 13 luglio o non ci sarà niente? Inutile dire che i sindaci possono ben poco, risposte da Roma non ce ne sono. Tant’è che la Conferenza dei sindaci della Riviera del Brenta, una delle zone più colpite dalle palle di ghiaccio cadute dal cielo, ha deciso di scrivere al ministro della Protezione civile, Nello Musumeci e al governatore della Regione Luca Zaia. «Ci sentiamo abbandonati», hanno detto il sindaco e il vicesindaco di Dolo, Gianluigi Naletto  e Matteo Bellomo. Figuriamoci i cittadini. Carlo Rapicavoli, direttore dell’Anci del Veneto, l’associazione che riunisce i Comuni, conferma: «Il Consiglio dei ministri ha stanziato 8 milioni 330mila ma quei fondi non sono stati ancora trasferiti».
Ai Comuni, cioè, non è arrivato ancora un centesimo.

Che poi, se anche arrivassero domani mattina, non è che con quelle risorse si farebbe granché: la stima dei danni, ha detto l’altro giorno il presidente della Regione Luca Zaia agli Stati Generali dei Comuni a Verona, si aggira sul miliardo e 300 milioni. Più dell’alluvione del 2010. Ma se almeno arrivassero, quegli 8 milioni, sarebbe un segnale. Invece, da più di due mesi dal disastro - anzi, dai disastri, perché gli eventi meteorologici eccezionali riconosciuti dal Governo sono stati dal 13 luglio al 6 agosto - non è arrivato un centesimo.

L’ITER
L’assessore regionale alla Protezione civile, Gianpaolo Bottacin, dice che i tempi sono “normalmente” lunghi. «Quando succede una emergenza, parte la segnalazione della Regione al Governo con cui si chiede il riconoscimento dello stato di emergenza. Cosa che il Governo può fare oppure no, non ci sono criteri oggettivi, è una valutazione del Dipartimento nazionale della Protezione civile su base di una stima fatta a spanne dalla Regione attraverso i dati raccolti dai Comuni. Nel caso delle grandinate di luglio, il Governo ha riconosciuto lo stato di emergenza e ha stanziato 8,33 milioni. Sono soldi per il ristoro delle prime spese: gli straordinari dei vigili del fuoco, dei dipendenti comunali, i rimborsi spese dei volontari, il ripristino dei servizi essenziali.
Normale, dunque, che i primi stanziamenti sembrino pochi. Per la tromba d’aria del 2015 ci furono 2 milioni, per Vaia 15 milioni, ma poi i soldi sono arrivati». L’iter, spiega Bottacin, prevede che il Dipartimento nazionale di Protezione civile emetta una ordinanza e che venga nominato un commissario cui spetterà il compito di definire le procedure e quindi di chiedere ai cittadini il dettaglio dei danni subiti. Ecco, al momento si è in questa fase: si attende (pare sia questione di ore) l’ordinanza della Protezione civile, quindi la nomina del commissario (si vocifera di Nicola Dell’Acqua, direttore di Veneto Agricoltura e commissario contro la siccità), poi si ripeterà quanto già fatto per l’alluvione del 2020, per la tromba d’aria del 2015, per la tempesta Vaia del 2018. E cioè il censimento puntuale dei danni, la raccolta della documentazione (preventivi, foto, fatture), finalmente i ristori. Impossibile, però, fare previsioni su quanti soldi arriveranno da Roma e se basteranno per tutti. Una cosa, però, è certa: con Vaia l’ordinanza di Protezione civile arrivò dopo solo due settimane. Per la grandine si è già a due mesi.
 

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