«Grandi Navi, decisione frettolosa», albergatori in allarme. Confcommercio invece applaude

Mercoledì 14 Luglio 2021
Si apre il dibattito sulla soluzione che lascia le crociere fuori laguna

VENEZIA - Sulle Grandi Navi «la decisione è frettolosa perché mancano le strutture alternative». Lo ha affermato oggi Claudio Scarpa, direttore dell'Associazione veneziana albergatori (Ava), sul decreto del governo che impone lo stop dal 1.

agosto nel bacino di San Marco. «Se le crociere saranno spostate a Ravenna e Trieste - ha spiegato» a margine del Venice Market Hotel all'aeroporto di Tessera

«Valanghe di turisti pendolari»

«Arriveranno a Venezia valanghe di torpedoni che scaricheranno turisti pendolari e non stanziali - ha aggiunto Scarpa -. Così si scalano i costi, ma diminuiscono i guadagni. Siamo a favore della soluzione di Marghera, ma al momento pare che manchi la decisione di fare sintesi». «Non è tempo di cedere agli estremismi di 'No navi' o armatori». Secondo Scarpa inoltre «senza le crociere mancheranno i turisti che dormono in città la prima e l'ultima notte. Dell'indotto della crocieristica vivono direttamente 5.000 persone, senza considerare tutte le strutture che ne beneficiano di riflesso, come gli albergatori». 

Di tenore inverso invece la presa di posizione di Confcommercio. «Sì a Marghera per le grandi navi» dice il presidente di Confcommercio Venezia Massimo Zanon.

«Marghera unica soluzione»

E poi spiega: «Bisogna essere realisti e pratici: in laguna le navi non possono più passare. Ora, considerando che un porto off shore significherebbe chiudere il porto commerciale e turistico, porto Marghera è l'unica soluzione utile. Si evitino idee che poi non vedrebbero più gli armatori interessati alla nostra offerta e genererebbero una ferita economica non rimarginabile. Così come è sacrosanto salvaguardare l'ambiente, è indispensabile difendere il lavoro e non dimenticarne mai la dignità, per le persone e le aziende, per non creare povertà e disperazione. In un Paese come il nostro, così indebitato, non si può fare filosofia, ma serve concretezza: abbiamo la responsabilità di dare opportunità vere di occupazione e crescita alle future generazioni. Anche a Venezia».

«Doveva già farlo Conte» 

«Il Governo ha fatto finalmente chiarezza, ma il decreto in fase di conversione deve essere migliorato». Lo afferma il presidente di Conftrasporto Confcommercio, Paolo Uggè, commentando il decreto sulle grandi navi a Venezia. «Come è certa la data della chiusura di quell'accesso, obbligando le compagnie a trovare autonomamente soluzioni sostitutive di emergenza - prosegue Uggè - non sono definiti i tempi della disponibilità dei primi accosti a Marghera. Per evitare che la prossima stagione, che dovrebbe essere quella della piena ripresa dopo il duro colpo inferto dalla pandemia al settore, possa subire contraccolpi, è necessario avere la certezza che per marzo 2022 gli accosti siano pronti. Al ministro Franceschini, che oggi esulta, vogliamo ricordare che se questa decisione fosse stata assunta, come chiedevamo, dal governo Conte di cui faceva parte, a quest'ora gli accosti a Marghera, adeguati durante il lockdown, sarebbero stati pronti e si sarebbero evitati durissimi effetti sui lavoratori e le imprese di uno dei principali porti italiani. Ora andiamo avanti velocemente; al ministro Giovannini chiediamo più attenzione verso il settore». 

Orsoni: tutelate solo le pietre

Purtroppo secondo Giorgio Orsoni, già primo cittadino di Venezia, «l'Unesco pensa solo a tutelare le pietre della città ma non la sua comunità. E se davvero l'Unesco fosse interessata al bene di Venezia dovrebbe mettere la sua sede in città, così come altre istituzioni internazionali, solo così si fa rivivere Venezia«. E sulle soluzioni alternative per le grandi navi Orsoni boccia decisamente «il progetto del porto off shore che creerebbe disastri ambientali mentre va realizzato il waterfront che avevo proposto più di dieci anni fa. Venezia non può fare a meno del turismo dei traffici internazionali come è sempre stato nella sua storia, non si può rischiare la desertificazione della città».

Pellicani: troppa inerzia finora

«E' il momento di affrontare il tema di tutti i 'gigantismi' che riguardano Venezia, di cui quello delle Grandi Navi rappresenta solo la punta dell'iceberg. Mi riferisco anzitutto alle politiche sul turismo, a partire dalla gestione dei flussi». Lo afferma in una nota l'on. Nicola Pellicani (Pd), commentando il decreto del Governo. «Purtroppo - prosegue Pellicani - come sempre accade in Italia, si è arrivati al blocco delle Grandi Navi in ritardo e impreparati. Colpa dell'inerzia di tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi dieci anni. E ancor più grave l'inerzia di Comune e Regione. Personalmente non mi preoccupano gli ultimatum dell'Unesco, quanto piuttosto il futuro della città e dei veneziani». Per Venezia «servono più politica e meno commissari. La parola passi alle forze politiche, economiche e sociali della città. Il Prefetto si è reso disponibile a convocare gli stati generali sulla città. Lo faccia subito. Non si può pensare di governare Venezia solo per decreto. Avviamo al più presto in Parlamento il confronto per una nuova Legge Speciale, con l'obiettivo di attualizzare una normativa che resta fondamentale per la città».

Ultimo aggiornamento: 15:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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