L'auto di Filippo Turetta piena di sangue: forse Giulia è stata uccisa nell'abitacolo della Punto

Mercoledì 10 Gennaio 2024 di Gianluca Amadori
Filippo Turetta e un frame della sua auto catturato durante la fuga dopo l'omicidio di Giulia Cecchettin

È piena di sangue la Fiat Grande Punto con cui, lo scorso 11 novembre, Filippo Turetta ha trasportato il corpo dell'ex fidanzata, Giulia Cecchettin, per poi abbandonarlo privo di vita in un canalone tra le montagne di Piancavallo e fuggire in Germania, dove è stato arrestato una settimana più tardi. La conferma arriva dai primi accertamenti che gli specialisti del Ris di Parma hanno eseguito sulla vettura dello studente di Torreglia, ora in carcere a Verona , rientrata in Italia poco prima di Natale. Sarà necessaria un'apposita analisi delle tracce, la cosiddetta "bloodstain pattern analysis" per capire se si tratti di schizzi e, dunque, se le coltellate che hanno provocato la morte della ragazza siano state inferte proprio all'interno della vettura, come ipotizzano gli inquirenti.

Le analisi sulle tracce di sangue in auto


Queste analisi, così come gli esami sui numerosi reperti rinvenuti all'interno della vettura e quelli raccolti dagli investigatori nei luoghi in cui la Fiat Grande Punto si era fermata la sera dell'11 novembre, prima a Vigonovo e poi a Fossò, saranno eseguite alla presenza degli esperti nominati dai difensori dell'indagato, gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, nonché dai familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Nicodemo Gentile e Stefano Tigani: il sostituto procuratore che coordina le indagini, Andrea Petroni, si appresta a fissare la data per il conferimento dell'incarico.

Le attività potrebbero iniziare già dalla prossima settimana.

Accertamenti sui due coltelli, il cellulare e il nastro adesivo

Gli accertamenti tecnici riguarderanno il coltello con manico spezzato rinvenuto nel parcheggio di Fossò e quello trovato all'interno dell'auto, ritenuta l'arma del delitto; le tracce trovate dai carabinieri a Vigonovo e Fossò; il cellulare di Filippo e altri oggetti sequestrati, tra cui un pezzo di nastro adesivo utilizzato, probabilmente, per impedire che la studentessa ventunenne potesse urlare.

L'autopsia sul corpo di Giulia

L'autopsia eseguita dal dottor Guido Viel, ha accertato che Giulia è morta dissanguata a causa di una profonda ferita da coltello al collo, che ha reciso le arterie basilari, partendo da dietro l'orecchio sinistro e proseguendo verso la parte posteriore della testa. Le ferite da coltello riscontrate dal medico legale incaricato dalla Procura sono numerose, più di una ventina, ma per la gran parte sono superficiali.

Cosa c'era nell'auto di Filippo Turetta quando è stato fermato in Germania? Guanti, soldi, il coltello e poi quella Sim

Le fasi dell'aggressione

Il primo litigio tra Filippo è stato collocato a Vigonovo, poco dopo le 23, vicino a casa di Giulia, luogo dove è avvenuta la prima fase dell'aggressione, testimoniata da un residente che ha sentito le urla della ragazza e chiamato il 112. La Fiat Grande Punto si è quindi fermata dopo pochi chilometri, nella zona industriale di Fossò, dove la ragazza ha cercato di sottrarsi all'ex fidanzato, fuggendo per essere quindi ripresa e caricata sui sedili posteriori dell'auto, come mostrano le immagini riprese dalle telecamere di un'azienda. Gli inquirenti ipotizzano che le lesioni fatali siano state inferte proprio in quel momento, in una fase convulsa avvenuta all'interno della vettura che, dopo essere ripartita, si è nuovamente arrestata per breve tempo.


Il papà di Giulia


Ieri, il papà di Giulia, Gino Cecchettin, è tornato al lavoro. È stato lui stesso a comunicarlo in un post pubblicato sul social network professionale LinkedIn: «Oggi, con il cuore ancora pesante ma con nuova determinazione, ci tengo a confermare, come avevo anticipato, il mio ritorno al lavoro». Cecchettin, titolare di una piccola azienda tecnologica, la "4next Technology Systems", esprime «sincera gratitudine» per il sostegno ricevuto «durante questo periodo così difficile. Le vostre parole e il vostro affetto sono molto importanti, un aiuto per elaborare la perdita di mia figlia Giulia. Colgo l'occasione di ringraziare i colleghi che hanno egregiamente portato avanti le attività aziendali anche in mia assenza». Il lavoro, conclude Cecchettin «fa da sempre parte della mia vita e mi ha regalato grandi soddisfazioni a cui non potrei mai rinunciare, oltre a darmi modo di sostenere la mia famiglia».

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Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 08:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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