LE INDAGINI
Analisi delle telecamere di sicurezza e indagini sul posto a caccia di qualche indizio che possa far risalire ai rapinatori.
LA RINCORSA
Dalle testimonianze del re del calzaturiero, della moglie e dei due dipendenti domestici, la Mobile è partita per rimettere a posto i puzzle del colpo. Gli inquirenti hanno passato al setaccio Villa Zanetti alla ricerca di un'impronta o di una traccia biologica (basterebbe anche un capello) dei due rapinatori: trovarlo significherebbe poter estrarre il dna e compararlo con l'elenco conservato nella banca dati delle forze di polizia. L'altro corno delle indagini è dato dalla visione delle telecamere di sicurezza che circondano la villa e che, all'interno, immortalano ogni movimento. Quanto successo dalle 20.30 del 2 dicembre in casa Caovilla è stato ripreso dagli occhi bionici interni che, però, poco possono di fronte al passamontagna indossato dai rapinatori. Per questo la Mobile ha acquisito anche le immagini del circuito di sorveglianza esterno dei giorni precedenti alla rapina per analizzarli e scoprire eventuali passaggi che potevano sembrare casuali ma che, dopo il colpo, potrebbero avere tutt'altro significato per le indagini. Mentre è esclusa l'ipotesi di un appoggio interno che possa aver fornito ai malviventi le informazioni su Villa Zanetti.
IL FIL ROUGE
L'altro aspetto viene dall'indagine congiunta delle procure di Venezia e Treviso che stanno provando a confrontare i contorni dei quattro colpi andati in scena in nemmeno un mese tra il Trevigiano e il Veneziano: prima il petroliere Giancarlo Miotto, poi Nicola Giol (rampollo della famiglia veneziana che per anni ha gestito il gruppo Pam Panorama) e ancora il furto nella villetta di proprietà del principe Sebastien Egon von Fürstenberg, fondatore e proprietario di Banca Ifis. Poi, dopo due settimane di silenzio, la rapina a casa Caovilla. Identiche, tra quanto accaduto a Miotto e Caovilla, le modalità di ingresso in casa all'ora di cena, come se i rapinatori conoscessero alla perfezione le abitudini delle loro vittime. Identica anche la richiesta di farsi accompagnare alla cassaforte dell'abitazione.
LA DINAMICA
Una volta all'interno di Villa Zanetti i due rapinatori, armati di pistola secondo alcune testimonianze, hanno chiesto a Caovilla e alla moglie Paola dove fosse la cassaforte. Senza opporre resistenza, ma cercando di tenere la situazione sotto controllo, Caovilla ha portato i rapinatori di fronte alla cassaforte spiegando che comunque non avrebbero trovato nulla: quando i due - aperta la cassetta di sicurezza - si sono resi conto di come l'imprenditore non mentisse è cominciata una sorta di trattativa tra vittime e carnefici. I Caovilla avrebbero consegnato quanto di prezioso avevano in casa e, in cambio, i due malviventi se ne sarebbero andati senza fare loro alcun male. Dopo circa un'ora i malviventi se ne sono andati con sei orologi da collezione e dei gioielli. Da quel momento è cominciata l'indagine.