MOGLIANO - Assalti alle ville dei vip: gli investigatori stanno passando sotto la lente ogni possibile indizio a partire proprio dai bersagli scelti. Tutte persone facoltose a cui sottrarre bottini ingenti. C'è un filo rosso che lega i colpi? E' quello che sta cercando di scoprire il Comando dei carabinieri di Treviso. Il Nucleo investigativo sta valutando gli eventuali elementi che accomunano gli episodi.
Rapine in villa, colpi fotocopia: è la stessa banda?
La prima rapina milionaria risale a domenica 14 novembre, nella villa di Miotto, ex petroliere, affacciata sul Terraglio. Quella sera - come avvenuto a casa Caovilla - un commando di quattro rapinatori (tutti con passamontagna e due armati di pistola) fa irruzione armi in pugno all'ora di cena: «State fermi e non vi succederà niente». A suon di minacce si fanno aprire cassaforte e caveau, arraffando tutto quello che c'è dentro: contanti, gioielli, ma anche borse e accessori di marca per un bottino da un milione di euro. Il 16 novembre è la volta di un'intrusione sventata dal custode di Villa da Riva, a Zerman, dove vive Nicola Giol, rampollo della famiglia veneziana che per anni ha gestito il gruppo Pam Panorama. Due giorni dopo, e arriviamo al 18 novembre, viene messo a segno un furto nella villetta di via Buonarroti, sempre a Zerman, di proprietà del principe Sebastien Egon von Fürstenberg, fondatore e proprietario di Banca Ifis. Dalla dépendance è sparito soltanto un portafoglio pieno di banconote. A questa scansione di colpi si aggiunge la rapina, il 2 dicembre scorso, a Stra nella villa di Fernando René Caovilla, imprenditore calzaturiero della Riviera del Brenta, firma nota a livello mondiale per le sue celebri scarpe gioiello. Con lui in casa c'era anche la moglie e il personale di servizio. I malviventi armati hanno portato via oro e orologi di valore.
La scelta delle vittime: tutte "uguali"
Al momento l'unico denominatore comune evidente è la scelta delle vittime. A cui si aggiungono una serie di ipotetici altri punti di contatto, soprattutto tra le due rapine. In primis l'orario scelto, a ridosso della cena e con i proprietari in casa proprio per sfruttare un frangente in cui l'allarme non era inserito. Aspetto questo che denota come i malviventi conoscessero bene le abitudini delle loro vittime. E ancora: le armi imbracciate, di cui peraltro non è stato ancora chiarito se fossero vere o finte. Da ultimo l'accento straniero dei banditi, il cui numero però varia da una rapina all'altra: 4 da Miotto, 2 da Caovilla. Le analogie, per il momento rimangono nel campo delle ipotesi, in attesa di ulteriori sviluppi investigativi. Anche l'assalto a villa Da Riva, sventato dal custode, potrebbe essere riconducibile alla stessa banda. Più difficile invece trovare dei collegamenti con il furto nella dépendence di Furstenberg, dove è sparito soltanto un borsello pieno di contanti. Ma il filo comune non viene escluso. I carabinieri di Treviso indagano in questo senso. Ed è un filone che anche la Mobile di Venezia ha iniziato a sondare per tentare di dare un nome e un volto a chi ha colpito nella dimora settecentesca della firma più prestigiosa del calzaturiero.
Mep
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