Rapina nella villa di Caovilla: trattativa con i banditi, orologi e gioielli per evitare la violenza. «Vogliamo solo dimenticare»

Venerdì 10 Dicembre 2021 di Nicola Munaro
Renè Caovilla e la sua villa di Stra
2

MESTRE - Per prima se li è trovati di fronte la signora Paola, appena uscita dalla sala da pranzo di Villa Zanetti. La sera del 2 dicembre, attorno alle 20.30, lei e il marito Fernando René Caovilla, l’ottantatreenne imprenditore titolare di uno dei più famosi marchi di scarpe d’alta moda al mondo che dalla Riviera è arrivato ad avere boutique a Parigi, Londra, Tokyo e Venezia, stavano cenando quando l’incubo si è palesato nella loro dimora settecentesca di Stra.

Due ladri, volto coperto da un passamontagna, hanno fatto irruzione in casa: cercavano un bottino, se ne sono andati poco meno di un’ora dopo con sei orologi di marca e gioielli per un valore ancora da quantificare, ma di diverse decine di migliaia di euro.

«Vogliamo dimenticare il prima possibile e non desideriamo parlarne», commenta Paola Caovilla. Una volta all’interno dell’antica residenza i due rapinatori, armati di pistola secondo alcune testimonianze, hanno chiesto a René Caovilla e alla moglie Paola dove fosse la cassaforte. Senza opporre resistenza, ma cercando di tenere la situazione sotto controllo, René Caovilla ha portato i rapinatori di fronte alla cassaforte spiegando che comunque non avrebbero trovato nulla: quando i due - aperta la cassetta di sicurezza - si sono resi conto di come l’imprenditore non mentisse è cominciata una sorta di “trattativa” tra vittime e carnefici.
I Caovilla avrebbero consegnato quanto di prezioso avevano in casa e, in cambio, i due malviventi se ne sarebbero andati senza fare loro alcun male. Un confronto andato avanti parecchi minuti, durante i quali l’imprenditore della Riviera e la moglie sono rimasti immobilizzati di fronte ai loro rapinatori che comunque, hanno detto i due coniugi agli inquirenti, hanno rispettato gli accordi. Poco dopo lo stallo si è sbloccato: la coppia ha accettato di consegnare orologi di lusso e gioielli per essere liberati ed evitare che il terrore vissuto si trasformasse in violenza subita.


A dare l’allarme e chiamare la centrale operativa della Questura era stata la società padovana che gestisce i sistemi antintrusione e di videocamere della villa settecentesca circondata da un grande parco alle porte di Stra. Sul posto gli agenti della Squadra Mobile di Venezia.
Una volta di fronte alla cassaforte vuota, i rapinatori hanno agito con una sorta di gentilezza, senza mai minacciare i due ostaggi. I due malviventi - hanno spiegato le vittime alla polizia - parlavano italiano e seppur con qualche inflessione forse straniera. Gli agenti hanno poi passato al setaccio da cima a fondo la settecentesca dimora alla ricerca di impronte e dettagli capaci di indirizzare le indagini verso un punto certo.


Sicuro è il fatto che la coppia fosse seguita da tempo e che chi ha colpito ne conoscesse a fondo le abitudini. Possibile che i due rapinatori avessero svolto diversi sopralluoghi all’esterno della villa per individuare il lato più nascosto dal quale entrare senza essere visti. Per questo - oltre alle telecamere di sicurezza interne di cui è disseminata la casa e che quindi hanno ripreso tutta la scena, dall’incontro, alla cassaforte, alla trattativa fino alla fuga - la Mobile ha acquisito anche le immagini del circuito di sorveglianza esterno dei giorni precedenti alla rapina per analizzarli e scoprire eventuali passaggi che potevano sembrare casuali ma che, dopo il colpo, potrebbero avere tutt’altro significato per le indagini. Esclusa l’ipotesi di un appoggio interno.

Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci