Rapina in casa con sparatoria: fermato Sandro Levak, sinti di 55 anni. «E' l'autista della banda»

Secondo la Procura di Venezia fa parte della violenta banda che sabato ha fatto incursione nel casolare della famiglia Biondo a Cavallino Treporti

Giovedì 22 Febbraio 2024 di Giuliano Pavan
Il casolare della famiglia Biondo palcoscenico della violenta rapina

MASERADA SUL PIAVE (TREVISO) - Si chiama Sandro Levak, ha 55 anni, alle spalle diversi precedenti per tentata estorsione, furto e truffa, fa parte della comunità sinti, vive in un casolare a Maserada sul Piave, nel trevigiano, su cui pende una richiesta di sfratto e può vantare appoggi in campi nomadi dislocati su tutto il territorio nazionale e anche all’estero. È lui secondo la Procura di Venezia l’autista della banda che sabato scorso ha tentato di mettere a segno una rapina nella casa della famiglia Biondo a Ca’ Ballarin di Cavallino Treporti, lungo il litorale veneziano.

L’uomo è stato posto in stato di fermo e questa mattina si presenterà di fronte al gip per l’interrogatorio di convalida, difeso dall’avvocato Andrea Zambon. «Quella sera ero in zona per i fatti miei, e non ho trasportato proprio nessuno - ha detto Levak al suo legale ieri mattina, durante un incontro in carcere a Treviso -. Con la rapina non c’entro nulla». Gli indizi che però portano a un suo coinvolgimento nel colpo, in cui uno dei rapinatori ha sparato a una gamba ad Alberto Biondo e un altro ha colpito alla testa il padre Maurizio per una decina di volte con il calcio di una pistola, sono molti. 

IL FERMO
Sandro Levak è stato fermato nella sua abitazione di Maserada all’una di notte di lunedì, circa sette ore dopo il colpo. La sua auto, una Opel Astra bianca, era stata immortalata qualche minuto prima della rapina all’incrocio tra via Della Fonte e via Pordelio, a una cinquantina di metri dall’abitazione della famiglia Biondo. Da quell’auto, secondo gli inquirenti, sono scesi i tre rapinatori. A segnalare la presenza di Levak nelle vicinanze era stato anche un cittadino che, con tanto di foto, aveva riferito ai carabinieri di aver visto «una persona sospetta» nei pressi del “Bar Moro” la quale, quando ha visto l’elicottero del Suem 118 (quello fatto intervenire per portare Alberto Biondo all’ospedale dell’Angelo a Mestre, ndr), si è data alla fuga a bordo dell’Opel Astra. A mettere i carabinieri sulle tracce dei rapinatori anche due automobilisti che subito dopo la rapina stavano percorrendo via Pordelio: entrambi li hanno incrociati con le pistole in pugno e i passamontagna ancora calati in volto. I tre hanno cercato di fermare le auto per guadagnarsi la fuga ma i due automobilisti hanno accelerato e sono fuggiti, avvisando però i militari. Mentre Levak è tornato a Maserada (gli inquirenti hanno ricostruito il suo percorso sempre attraverso le immagini dei dispositivi di lettura targhe), i tre banditi per scappare da Ca’ Ballarin hanno rubato una Lancia Delta transitando per la stessa strada, 7 minuti più tardi, percorsa dal 55enne. 

LA PERQUISIZIONE
Sulla scorta delle informazioni ricevute dai carabinieri, il sostituto procuratore Elisabetta Spigarelli ha subito disposto la perquisizione domiciliare ai danni di Sandro Levak. Quando i militari sono giunti nel casolare di via Verdi, l’Opel Astra era parcheggiata nel piazzale antistante la porta d’ingresso. La ricerca di armi ha dato esito negativo, ma sono stati posti sotto sequestro sia la vettura sia tre telefoni cellulari presenti nella casa. Al momento del controllo, Levak aveva addosso gli stessi abiti con i quali era stato fotografato all’esterno del Bar Moro di via Fausta. Nel verbale di fermo si parla anche del nucleo familiare di Levak, che si è dimostrato «scarsamente collaborativo durante le operazioni cercando di sviare gli operanti riguardo la reale disponibilità dei telefoni cellulari nonché riguardo l’utilizzo dell’Opel Astra dichiarandone la disponibilità in capo a tutto il nucleo familiare». Il concreto pericolo di fuga di Sandro Levak ha così fatto scattare il fermo di indiziato di delitto, che allo stato è quello di tentata rapina in concorso e di lesioni personali aggravate. Questa mattina comparirà davanti al gip di Treviso mentre le indagini per risalire agli autori materiali del colpo continuano. Elementi importanti potrebbero arrivare sia dall’analisi dei telefoni di Levak che dagli accertamenti alla ricerca di tracce utili all’interno della sua auto.
 

Ultimo aggiornamento: 17:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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