omicidio cecchettin

Filippo Turetta davanti al giudice: «Ho ucciso Giulia, sono affranto e voglio pagare quello che sarà giusto». Domani l'incontro con i genitori in carcere

Il 21enne di Torreglia si è avvalso della facoltà di non rispondere e ha rilasciato solo qualche minuto di dichiarazioni spontanee

Martedì 28 Novembre 2023

Domani Filippo incontra i suoi genitori in carcere

È in programma per domani, 29 novembre, un incontro in carcere a Verona tra Filippo Turetta e i suoi genitori. Il giovane avrà così per la prima volta la possibilità di rivedere il padre e la madre dopo l'omicidio di Giulia Cecchettin e l'arresto.

Il via libera è arrivato dal pm di Venezia Andrea Petroni dopo l'interrogatorio di garanzia che si è tenuto oggi. L'incontro si dovrebbe tenere in mattinata. In teoria domani non sarebbe giorno di colloqui coi familiari per i detenuti del reparto infermeria, dove è collocato Turetta, ma sarebbe stato dato l'ok al colloquio.

Le letture di Filippo in carcere: il libro di Puškin che narra un amore contrastato

Filippo Turetta, che in carcere aveva chiesto dei libri per passare il tempo in cella, è stato accontentato. Dalla biblioteca della casa circondariale di Verona Montorio, dove è recluso per l'omicidio della ex fidanzata Giulia Cecchettin, gli sono stati dati in prestito il romanzo «La figlia del capitano» di Aleksandr Puškin, che narra di un amore contrastato tra due giovani e delle innumerevoli traversie che dovranno superare, e un giallo di Agatha Christie. 

Per ora nessuna istanza di perizia psichiatrica

Nessuna istanza di perizia psichiatrica è stata avanzata al momento dalla difesa di Filippo Turetta, che oggi nell'interrogatorio di garanzia non ha risposto alle domande del gip di Venezia, ma con dichiarazione spontanee ha ammesso l'omicidio di Giulia Cecchettin dicendosi «affranto» per ciò che ha fatto e spiegando di voler «pagare».

Filippo Turetta: "Ho ucciso Giulia sono affranto, non voglio sottrarmi alle mie responsabilità"

«Sono affranto, dispiaciuto per la tragedia che ho causato. Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità, voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata. Sto cercando di ricostruire nella mia memoria le emozioni e quello che è scattato in me quella sera. Fin da subito era mia intenzione consegnarmi e farmi arrestare. Questa era la mia intenzione. Ora sono molto stanco e non mi sento di aggiungere altro». Lo ha detto Filippo Turetta in dichiarazioni spontanee al Gip.

Il legale della famiglia Cecchettin: "Che fosse stato lui lo sapevamo già"

«Che fosse stato lui lo avevamo capito subito, ne prendiamo atto ma lo sapevamo»: così il legale della famiglia di Giulia Cecchettin commenta le dichiarazioni spontanee rese oggi al gip di Verona dall'ex fidanzato Filippo Turetta. Sull'ipotesi che il funerale della 22enne possa svolgersi sabato a Padova, l'avvocato è dubbioso: «è una data un po' strettina» afferma.

Turetta ammette l'omicidio di Giulia

«Ho ammazzato la mia fidanzata, ho vagato questi giorni perché cercavo di farla finita, ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono buttato un coltello alla gola, ma non ho avuto il coraggio di farla finita». Sono le parole che Filippo Turetta aveva confessato, ormai da giorni, ai poliziotti tedeschi che lo hanno arrestato - su mandato di arresto europeo - per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. Una confessione che oggi il 21enne, assistito dall'avvocato Giovanni Caruso, ha «sostanzialmente ripetuto» - rendendole quindi valide per la giustizia italiana - davanti al gip di Venezia Benedetta Vitolo e al pm Andrea Petroni.

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Turetta conferma la versione data alla polizia tedesca

Dopo due ore di colloquio con il suo assistito, l'avvocato Caruso uscendo dal carcere ha confermato che Filippo Turetta si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il difensore ha aggiunto che il 21enne ha reso una breve dichiarazione in cui ha confermato quanto detto alla polizia tedesca. Poi Caruso è andato via non rispondendo a nessuna domanda.

L'avvocato Caruso da due ore a colloquio con Turetta

Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta, è ancora nel carcere di Verona dove stamane si è tenuto l'interrogatorio di garanzia davanti al gip di Venezia Benedetta Vitolo. Il 21enne non ha risposto alle domande e ha pianto prima di lasciare la stanza degli interrogatori. Da quasi due ore, l'avvocato sta parlando con il suo assistito per chiarire la linea difensiva da tenere sul caso.

Filippo si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere ed avrebbe pianto

Secondo alcune ricostruzioni, nei pochi minuti in cui è rimasto davanti al gip Turetta era in lacrime e in particolare ha pianto prima di essere portato via quando l'interrogatorio si è concluso. Ha scelto di non rispondere alle domande del giudice. Non è ancora chiaro se abbia o meno reso dichiarazioni spontanee, anche se pare che non abbia proferito parola. L'avvocato è ancora in carcere per un colloquio col 21enne dopo l'interrogatorio.

 

 

Ore 10.34, gip e pm escono: interrogatorio già concluso

Un interrogatorio lampo? Parrebbe essere così visto che pm e gip hanno concluso alle 10.34 del mattino il colloquio con Filippo Turetta, iniziato appena 34 minuti prima. L'auto ha varcato i cancelli del carcere e i due si sono allontanati senza rilasciare dichiarazioni.

Ciò fa ritenere che il giovane non abbia risposto alle domande, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Non si sa ancora se abbia o meno rilasciato dichiarazioni spontanee. Il legale non è ancora uscito dal carcere.

 

L'interrogatorio è appena iniziato

È iniziato nel carcere Montorio di Verona l'interrogatorio di garanzia di Filippo Turetta. Il 21enne è davanti al gip Benedetta Vitolo, alla presenza anche del pm di Venezia Andrea Petroni e del suo legale, l'avvocato Giovanni Caruso. Deve rispondere, stando all'ordinanza cautelare, di omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva terminata e di sequestro di persona.

Oggi è stata una giornata cruciale per Filippo Turetta, recluso nel carcere di Montorio Veronese: poco dopo le 9.30 della mattina di martedì 28 novembre sono arrivati l’avvocato Giovanni Caruso, il pm Andrea Petroni e la gip Benedetta Vitolo per l’interrogatorio di garanzia, previsto per le dieci.

Un interrogatorio lampo, durato una trentina di minuti, seguito da un colloquio di due ore con il proprio legale.

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Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 08:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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