Ironia sul progetto di sequestro di Fabio Sacco, è bufera sulla lista civica

Domenica 5 Dicembre 2021 di Davide Scalzotto
Nella foto un'imbarcazione di Alilaguna.

VENEZIA - Come sempre, dopo, si riduce tutto a una goliardata, a una battuta. E così va a finire che sui social, nella pagina di un movimento civico, si può scrivere “la qualunque”. Perfino frasi come queste: «Locandina sul Gazzettino di oggi: “la mala voleva rapire il presidente di Alilaguna”.

Smentisce l’avvocato della Mala, l’avv. Fora Tespeto: “Si trattava di una consulenza”», recita un post che vorrebbe essere ironico. A seguire un commento (poi rimosso perché ritenuto troppo “sopra le righe”): «Magari se lo tenesse».

Tentativo di ironia, appunto, è la labile difesa. Le frasi si riferiscono al progetto di rapimento di Fabio Sacco, presidente della società di trasporti Alilaguna, da parte della nuova “Mala del Brenta”, sgominata a inizio settimana. La società di trasporti acquei, secondo quanto è emerso dalle indagini, era diventata un bersaglio dell’organizzazione in quanto presenza “scomoda” al Tronchetto, porta d’ingresso a Venezia, dove il controllo delle migliaia di turisti che ogni giorno arrivano in città era diventato negli anni una vera e propria fonte di guadagno per la banda. Quei post sono apparsi ieri nella pagina Facebook del Gruppo 25 Aprile, movimento civico veneziano da cui è germogliata la lista ”Terra e Acqua”, che ha portato in consiglio comunale a Venezia il leader Marco Gasparinetti, che del gruppo Facebook è anche amministratore.

Proprio Gasparinetti, poco sotto, tra i commenti, senza prendere le distanze da quanto riportato in testa alla discussione, scrive a sua volta: «Chiunque abbia letto il testo delle intercettazioni ha capito benissimo che quello ipotizzato era un ricatto e non un sequestro di persona, ma le locandine si chiamano anche “civette” perché sono fatte per vendere più copie”. 
Peccato però che a parlare di tentativo di sequestro non siano le intercettazioni, ma le stesse indagini dei carabinieri del Ros e la stessa ordinanza del giudice per le indagini preliminari Barbara Lancieri, che scrive: «L’organizzazione ha cercato di acquisire il controllo anche di altri luoghi cardine del traffico acqueo lagunare (...). Il progetto di espansione si spinge fino a ipotizzare di colpire la società Alilaguna. Trabujo (ritenuto uno dei capi dell’organizzazione, ndr) ipotizzava di colpire Sacco dimostrando con ciò di essere pronti ad andare a casa di costui». Fatto sta, comunque, che rimosso il post - definito dall’amministratore “sopra le righe” - Gasparinetti taglia corto: «Non commento un post ironico, una boutade uscita su un gruppo privato fatta da uno dei 4000 iscritti che non è amministratore e che hanno potuto vedere solo gli iscritti. Il mio commento sulle locandine era generale e applicabile a tutti. Il Gruppo 25 Aprile non ha preso nessuna posizione ufficiale».

Appunto, nessuna posizione ufficiale: solo la rimozione “muta” del post. Nessuna presa di distanze su una vicenda in cui l’ironia è forse l’ultimo atteggiamento da mettere in campo, visto che si parla di gravi minacce a una persona e alla sua incolumità. Fabio Sacco, il presidente finito nel mirino della Mala, da parte sua ha scelto comprensibilmente la strada del silenzio, scosso da quello che è emerso nell’indagine. E anche l’amministrazione comunale ha scelto per ora di non intervenire su questa vicenda, se non con le parole di Renato Boraso, assessore alla Mobilità: «Parole che si commentano da sole, è tutto così squalificante».. 

Ultimo aggiornamento: 08:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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