Bloccato a Trieste: espulso kosovaro sospettato di far parte di una cellula dell'Isis

Farebbe parte della cellula jihadista che nel 2016 portò all'arresto di tre uomini da parte della Digos di Venezia

Domenica 22 Ottobre 2023 di Redazione web
I kosovari arrestati nel 2016 a Venezia

TRIESTE -  Kosovaro catturato a Trieste ed espulso dall'Italia perché sospettato di far parte di una cellula dell'Isis. Si tratta di Arxhend Bekaj, ex cameriere a San Marco. La sua figura era già emersa in seguito ad una attività investigativa avviata nel 2016 dalla Digos di Venezia su un gruppo di soggetti radicalizzati, che ha portato all'arresto nel 2017, di tre cittadini kosovari sui quali c'erano gravi indizi di colpevolezza circa la partecipazione ad un'associazione con finalità di terrorismo internazionale, in relazione alla loro adesione all'ideologia dello Stato Islamico. L'uomo era stato sottoposto a perquisizione in quanto risultato in contatto con i soggetti arrestati ed espulso dal territorio nazionale in esecuzione del provvedimento emesso dal Prefetto di Venezia per motivi di sicurezza nazionale.

Il 14 ottobre 2023 è stato rintracciato in provincia di Trieste e tratto in arresto per il reato di violazione del divieto di reingresso sul territorio nazionale. A seguito di giudizio direttissimo tenutosi a Trieste è stato condannato a 8 mesi di reclusione. L'interessato è stato accompagnato presso il Cpr di Gradisca d'Isonzo (Gorizia) e rimpatriato in esecuzione del decreto di espulsione emesso il 16 ottobre dal Prefetto di Trieste.

IL SECONDO ESPULSO

Il Ministero dell'Interno ha espulso anche un secondo uomo, si tratta di un 42enne, cittadino tunisino, irregolare sul territorio nazionale, emerso all'attenzione degli inquirenti durante un periodo di detenzione nel carcere di Piacenza in quanto, all'interno della sua cella, è stata trovata la foto di un uomo armato di mitra con alle spalle la bandiera dell'Isis. L'uomo, inoltre, aveva assunto, nel tempo, un ruolo da leader nei confronti degli altri detenuti. Scarcerato nel 2020, il cittadino nordafricano è stato più volte destinatario di provvedimenti di espulsione rimasti ineseguiti. Rintracciato lo scorso 26 settembre, è stato associato al Cpr di Gradisca d'Isonzo (GO) e poi in quello di Caltanissetta.

L'OPERAZIONE DEL 2016

​Una complessa indagine coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Venezia, condotta dal Reparto operativo del Comando Provinciale di Venezia congiuntamente alla Digos della Questura di Venezia, aveva condotto all’individuazione di una cellula terroristica jihadista operante nel centro storico veneziano. Erano state arrestate tre persone e fermato un minorenne, tutte di origine kosovara: gli arrestati erano Fisnik Bekaj 24 anni, residente in via Fratelli Bandiera a Marghera, Dale Haziraj 25 anni, residente nel sesitiere di Castello a Venezia e Arjan Babaj, 27 anni, residente a San Marco, quest'ultimo il leader della cellula. Tutto era nato da un'intercettazione ambientale nella quale la cellula diceva: «A Venezia guadagni subito il paradiso per quanti miscredenti ci sono qua. Metti una bomba a Rialto». Da qui erano scattati gli arresti, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Venezia Alberto Scaramuzza, in un palazzo vicino al teatro La Fenice.
I tre arrestati erano tutti camerieri insospettabili. «L' 'indagine era partita nel 2016 quando uno degli arrestati è rientrato da un viaggio in Siria dove presumiamo sia andato a combattere. Da lì è scattata l'indagine della Procura e della polizia giudiziaria. Tutto è imperniato in abitazioni in centro storico di Venezia nella zona di San Marco - aveva spiegato il procuratore reggente Adelchi d'Ippolito al momento degli arresti - dove gli arrestati incontravano simpatizzanti e dove pregavano». «Nei loro discorsi inneggiavano all'Isis, all 'ideologia rivoluzionaria, e parlavano di una serie di attentati. Guardavano i video con gli insegnamenti dell'Isis sull'uso delle armi , come il coltello per agire velocemente ed efficacemente e quindi facevano esercizio fisico paramilitare. Tra le "materie" studiate e simulate anche la fabbricazione di bombe».

Il nome del kosovaro arrestato a Trieste e ora espulso era emerso quindi nel 2016 a Venezia durante l'indagine legata al terrorismo internazionale e per questo già all'epoca espulso dal territorio italiano.
 

Ultimo aggiornamento: 23 Ottobre, 09:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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