ERACLEA - «Siamo una città di mare che vieta la tenuta balneare: mi sembra una grande contraddizione». Parole di Danilo Biondi, capogruppo della lista Vivere Eraclea, che dai banchi di opposizione contesta l'ordinanza per il decoro firmata dal sindaco Nadia Zanchin. Si tratta del provvedimento che vieta di circolare o sostare nelle strade, nelle vie, nelle piazze cittadine, in tutti gli altri luoghi pubblici, sui mezzi di trasporto, neo negozi in tenuta balneare o a torso nudo, ad esclusione delle aree adibite alla balneazione. Tradotto: non si potrà più passeggiare a torso nudo, in abiti minimali o perizoma, abitudini queste ultime molto diffuse soprattutto quest'estate.
«Mi chiedo fino a che punto si può rimanere in costume attacca Biondi Forse fino alla battigia, poi fatti due passi occorre vestirsi. Questa ordinanza mi sembra una grande contraddizione per una città balneare come la nostra: in questo modo un turista, uomo o donna, non può più ritornare dalla spiaggia al proprio alloggio in costume. Mi sembra decisamente esagerato, tra l'altro per come è stata scritta significa che anche un bambino che sta rientrando dal mare in costume rischia la sanzione. Lo ripeto: è una forzatura».
Eppure la prima cittadina ha giustificato il provvedimento con una serie di segnalazioni da parte di operatori infastiditi nel vedere persone a torso nudo o costume per la città. «Non entro nel merito delle attività private, delle chiese o dei mezzi pubblici prosegue il capogruppo di opposizione Avere abiti consoni dovrebbe essere questione di educazione. Tuttavia mi chiedo perché una tenuta sulla spiaggia non dia scandalo, ma 50 metri dopo sì. Qualcuno dovrebbe spiegarlo, lo ripeto siamo una città di mare». Nessun commento, anzi solo un auspicio, sulla questione del naturismo al Mort. «Non capisco i riferimenti con l'ordinanza conclude Biondi - Spero solo che il Comune di Jesolo, ente che ha la competenza di questo litorale, predisponga gli opportuni controlli».