Storie di Covid. Mille chilometri in auto per non perdere il volo e tornare a Venezia

Lunedì 6 Aprile 2020 di Melody Fusaro
Storie di Covid. Mille chilometri in auto per non perdere il volo e tornare a Venezia (Foto di baetzpetra da Pixabay)

MESTRE C'è chi ha guidato per mille chilometri dal sud al nord di Cuba per riuscire a prendere un volo che lo riporterà in Italia e quindi rientrare a Venezia. Dall'Australia, invece, si aprono spiragli per riportare a casa una giovane veneziana mentre sembra più difficile l'operazione Marocco, dove restano bloccati tantissimi italiani. A fare il punto sui veneziani che vorrebbero tornare a casa ma non ci riescono è Paolo Borchia, europarlamentare e coordinatore di Lega nel Mondo. Tanti sono rientrati in questi giorni e molti altri sono in viaggio ma ci sono ancora diversi casi da risolvere, come quello di Alessandro, della provincia di Venezia, che si trova a Cuba con moglie e figlia. «Partiti da Milano il 18 gennaio, sono bloccati dal 25 marzo a causa della cancellazione di diversi voli. Dopo i primi contatti con l'ambasciata, hanno percorso 800 chilometri in auto da Bayamo a L'Avana, riuscendo finalmente a prenotare un biglietto che li riporterà in Italia. L'ambasciatore d'Italia a Cuba, Andrea Ferrari, mi ha rassicurato: il loro volo di rientro è partito ieri per Fiumicino».

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IN AUSTRALIA
Ci sono poi alcuni italiani in Australia, compresa Giulia, 25enne di Venezia bloccata a Sydney. Secondo Borchia ci sarebbe qualche spiraglio per riportarli a casa: «Giulia al momento si trova in buone condizioni di salute e di umore. Stamattina ho avuto un lungo colloquio con l'ambasciatrice, al momento sono disponibili opzioni commerciali operate da Qatar Airways. La situazione interna è accettabile, il Governo ha previsto misure limitative dal 20 marzo e ha disposto le chiusure di attività non essenziali, mentre i contagi sono attorno ai 5.000 casi. Inizialmente si era verificato qualche problema nei contatti tra Giulia e il consolato, risolti dopo il colloquio con l'ambasciatrice».

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Le situazioni delicate riguardano il Marocco, in cui è ancora bloccato anche Massimo Compagno, di Campolongo Maggiore, con la moglie Nejma. «Al momento sta cercando soluzioni per il ritorno aggiunge Borchia situazione complicata, visto il numero elevato di connazionali che stanno cercando di rientrare, cui si somma quello dei numerosi marocchini residenti in Italia. Anche in questo caso, continuiamo a interpellare il nostro consolato, la situazione può cambiare di ora in ora». L'unica soluzione, in Paesi in cui è stato chiuso lo spazio aereo, sembra quella dei voli charter, ma spesso bisogna fare i conti con la disponibilità delle autorità locali e con i costi.

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FERME IN NEPAL
Più complicato è il caso delle due studentesse veneziane che si trovano in Nepal da inizio marzo. Erano partite con un progetto universitario di Ca' Foscari a inizio marzo. Da un giorno all'altro però il governo ha cambiato rotta prevedendo misure fortemente restrittive, compresa la chiusura degli aeroporti. Le due ventenni hanno visto partire i giovani francesi e tedeschi del loro gruppo e restano bloccate a Bosan, un piccolo villaggio sulle colline della vallata di Kathmandu. Per farle rientrare sono già all'opera il Consolato di Calcutta, responsabile anche per il Nepal, la Farnesina e l'ambasciata dell'Unione Europea. «Sono stato informato nelle ultime ore di questo caso conclude Borchia e ho aperto un dialogo con il console e l'ambasciatore; in base alle informazioni che riceverò, sono pronto ad attivare in tempi brevi anche l'ambasciata dell'Ue a Katmandu. Risulta che alcuni italiani siano rientrati con l'aiuto di ambasciate straniere, in questi casi serve un coordinamento maggiore». Non riesce a tornare a casa, inoltre, anche l'imprenditore jesolano Gino Fregonese, da 70 giorni confinato a Tenerife (Canarie) insieme ad altri 30 jesolani. Mentre la 17enne Anna Zorzetto è riuscita a tornare dall'Honduras nella sua San Donà.

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Ultimo aggiornamento: 09:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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