Cuba si trasforma nell'Inferno: «Trattati come untori, porte chiuse in faccia dai bed & breakfast»

Mercoledì 1 Aprile 2020
Fabiano Ruffini. Cuba si trasforma nell'Inferno: «Trattati come untori, porte chiuse in faccia dai bed & breakfast»
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VENEZIA «Doveva essere un viaggio di piacere, una bella vacanza con gli amici, in un'isola bellissima, Cuba, che già avevo avuto modo di visitare, ed invece si è trasformato in un incubo». A raccontare le sue vicissitudini è Fabiano Ruffini, ex assistente di volo Alitalia, cofondatore di Art and Food, la società che gestisce il ristorante Molo di Venezia, a Marghera, il Bistrot 55 di Piazza Ferretto, il 9 Bistrot del museo M9 di Mestre, oltre ai vari punti ristoro all'interno della Biennale di Venezia.

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«Lo scorso 3 marzo, al nostro arrivo all'aeroporto del L'Avana, capitale di Cuba, siamo stati accolti in un terminal dedicato, da personale con guanti e mascherine. Prima di andare in hotel abbiamo dovuto firmare l'autocertificazione sul nostro stato di salute, segnalando anche la nostra prima residenza temporanea sull'isola», racconta Ruffini. «Dopo il decreto ministeriale dell'11 marzo la situazione è precipitata e, visto che quattro italiani in viaggio a Cuba erano risultati positivi al Coronavirus e isolati in ospedale, i media locali hanno messo subito in guardia i cubani dall'avere rapporti con i nostri connazionali, sensibilizzando le strutture alberghiere a segnalare eventuali stati di malessere degli ospiti - aggiunge l'imprenditore - All'improvviso siamo diventati gli untori: la padrona della casa particular (bed & breakfast cubano ndr), dove soggiornavamo a Trinidad, tappa del nostro tour lungo l'isola, ci parlava indossando la mascherina e non ha voluto darci la mano nel salutarci prima di partire. Se facevamo benzina o eravamo al ristorante si creava il vuoto attorno a noi non appena la gente ci sentiva parlare in italiano, in alcuni bed & breakfast non ci hanno neanche voluto accogliere. Eravamo disorientati. Quando ci è arrivata notizia del possibile stop dei voli da e per il nostro paese abbiamo preso, insieme a molti altri connazionali, il primo volo Alitalia per Roma, tornando verso Venezia in macchina a noleggio. Temevamo di restare bloccati all'estero, come è poi accaduto ad altri italiani in diverse parti del mondo. Lungo la strada per Venezia siamo stati quasi subito bloccati dalla polizia. Per fortuna, chi dichiarava di essere diretto al proprio domicilio ed aveva con sé il modello di autocertificazione, poteva continuare il proprio viaggio e così è stato per noi. Spero di tornare a Cuba in tempi migliori, un paese che amo e che è sempre stato ospitale con noi italiani». (c.mes.)
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Ultimo aggiornamento: 09:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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