Marcon. Costi troppo alti, e così chiude l'unico negozio di alimentari del paese

Claudia Caburlotto non riesce più a far fronte all'affitto e alle bollette: ha deciso di chiudere la saracinesca per sempre

Mercoledì 14 Giugno 2023 di Mauro De Lazzari
Il negozio di viale Don Sturzo

MARCON (VENEZIA) - Un’altra attività che chiude e un’altra storia di affitti, tasse e bollette che non si riescono a pagare. A farne le spese, questa volta, è il negozio di generi alimentari “Minimarket di Claudia Caburlotto” di viale Don Sturzo a San Liberale di Marcon, la cui proprietaria sabato prossimo, è proprio il caso di dirlo, chiuderà bottega. Una perdita sicuramente importante per la frazione marconese che conta 3.500 abitanti, poiché la chiusura definitiva dell’unico esercizio di prodotti alimentari del paese avrà ripercussioni non indifferenti dal punto di vista sociale.

In particolare sulle persone anziane e su quanti hanno disturbi di deambulazione e che non dispongono di un mezzo proprio per raggiungere i negozi delle località vicine. Con la chiusura del minimarket di Claudia Caburlotto rimangono ora a San Liberale solo alcuni esercizi commerciali di prima necessità: un panificio e una macelleria. 

Bandiera bianca

«Pensavo di tirare avanti ancora una decina di anni – racconta Claudia – invece sono costretta a chiudere perché non ce la faccio più a far fronte all’affitto, alle varie tasse e alle bollette che arrivano sempre più care. A pesare, al netto del costante ed inarrestabile calo degli incassi dovuto in parte alla vicinanza con il centro commerciale di Marcon ed ultimamente anche con un supermercato a Gaggio, è soprattutto il costo del canone d’affitto, le cui ultime due mensilità non sono riuscita ad onorare. Il proprietario dell’immobile mi ha intimato lo sfratto, ma il locale, tra l’altro, avrebbe anche bisogno di essere messo a norma dal punto di vista elettrico. Onestamente non so dove sbattere la testa – prosegue -. Ho 47 anni, sono vedova da molti anni e ho un figlio che ha diciannove anni e che cerca di arrangiarsi con saltuari lavoretti». 
Va detto che la gente di San Liberale è parecchio dispiaciuta per la decisione di Claudia Caburlotto. Tant’è che, ad informare dell’imminente chiusura, sono state alcune persone del luogo, preoccupate sia per la situazione in cui è venuta a trovarsi la proprietaria, ma anche perché una realtà tuttora in crescita come San Liberale non può permettersi di perdere un negozio di vicinato così importante per l’economia locale. «Ogni qual volta che a chiudere è un esercizio di questo genere, soprattutto in un paese di contenute dimensioni come il nostro – afferma l’ex sindaco Andrea Follini, residente nella frazione – è una perdita per tutto il territorio. Tirare giù una serranda equivale a un danno per il nostro patrimonio». Cosa può fare, allora, l’amministrazione locale? «Credo che a livello amministrativo si debba tenere conto che ogni volta si è di fronte alla richiesta di nuove edificazioni non venga data risposta solo all’esigenza abitativa, ma oltre agli appartamenti ci siano anche spazi da destinare a queste attività. Non pensare, quindi, solo alla residenza, ma pure all’insieme dei servizi di cui una comunità necessita».

Ultimo aggiornamento: 07:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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