CHIOGGIA - «Oggi peschiamo 20mila chili di granchi blu al giorno, i pescatori stanno cercando di contenere il fenomeno, ma c'è da dire che solo una piccola percentuale, tra i 5 e i 10 esemplari ogni 100 hanno le caratteristiche richieste dal mercato. Una su tutte è la grandezza affinché siano acquistati dalle pescherie e dalla Gdo. Il resto deve essere smaltito, ovvero buttato». Ad affermarlo è Paolo Tiozzo, vicepresidente Fedagripesca Confcooperative, intervistato dall'Adnkronos.
IL COMMERCIO
«Oggi vendere il granchio blu porta nelle casse dei pescatori 3mila euro al giorno, smaltire il prodotto che non piace al mercato, ne costa 100mila di euro» sottolinea.
Quanto alle caratteristiche di questa specie aliena Tiozzo rimarca come «il granchio maschio è più grosso mentre la femmina essendo più piccola e avendo le uova, sia meno appetibile per il mercato. Il problema di fondo riscontrato da alcune di imprese che hanno cercato di lanciarsi nel business - sostiene l'esperto - è proprio il rischio di non avere una quantità adeguata di granchi con caratteristiche idonee anche all'export in quanto c'è richiesta negli Usa. Inoltre, per esportare il prodotto congelato che va trasportato nei container a basse temperature, bisogna affrontare costi molto alti per mantenere la qualità alta e servirebbero 15 tonnellate al giorno di granchio blu per un business remunerativo. Il problema è che pur pescando 30 tonnellate alla fine ne restano solo 2 adatte al mercato».
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