Granchio blu, situazione al limite: in 3 mesi 4mila quintali. La sperimentazione: «Utilizzato negli impianti di biodigestione per produrre calore»

Mercoledì 20 Settembre 2023 di M.Gas.
Granchio blu, situazione al limite: in 3 mesi 4mila quintali. La sperimentazione: «Utilizzato negli impianti di biodigestione per produrre calore»

VENEZIA - Pensare a soluzioni circolari, che consentano di smaltire il granchio blu ricavando anche qualche vantaggio. Marina Montedoro, direttore di Coldiretti Veneto, in occasione dell'incontro di ieri dal titolo "Ricerca ed innovazione per l'economia blu sostenibile: il paradigma di Venezia e le prospettive europee", inserito nel calendario di appuntamenti della Biennale della Sostenibilità, ha parlato di una sperimentazione in corso.
La stessa che si basa sull'utilizzo del granchio blu per alimentare impianti di biodigestione (una quindicina nel litorale), arrivando a produrre energia e calore. «Nel Veneziano stiamo testando la cosa in 3 impianti ha spiegato Montedoro, chiarendo come il primo passaggio sia quello di tritare e pastorizzare il crostaceo. La situazione è grave, in 3 mesi abbiamo catturato circa 4mila quintali di granchio blu. E solo il 4% del pescato può essere consumato: si mangia solo il maschio. Prevediamo un crollo del 70-90% del reddito dei pescatori che vivono dell'allevamento dei molluschi».
Da qui l'intuizione, che può portare a circa 200 chilowattora di energia, anche se la resa sarà tutta da verificare. «Un'altra opzione? Utilizzare i granchi come additivi per il selciato».

IL CNR

Un incontro, quello di ieri a San Servolo, organizzato da Fondazione Venezia Capitale mondiale della Sostenibilità, Cnr e Corila, nel corso del quale Maria Chiara Carrozza, presidente Cnr, ha annunciato un progetto che prenderà presto il via in collaborazione con lo Iuav. E che avrà sede in un palazzo in Riva dei Sette Martiri, di proprietà del Cnr. «Daremo vita al "Biodiversity Science Gateway", un luogo d'incontro che permetterà di accedere alla Scienza e Tecnologia della Biodiversità. Stiamo stipulando l'accordo ha sottolineato Carrozza, ricordando come a Venezia abbia sede l'Ismar, fiore all'occhiello della ricerca sul mare per collaborare e sviluppare anche da un punto di vista urbanistico la nostra presenza in città».
Vi prenderanno parte studenti e ricercatori, «perché il Cnr è un ente di ricerca che necessita di nuove generazioni». «Parlare di economia blu ha commentato Renato Brunetta, presidente della Fondazione significa coniugare la sostenibilità ambientale allo sviluppo economico.

E questo può avvenire solo vincendo la sfida dello sviluppo del mare».

LA UE

Tema centrale, quello dell'economia blu, anche per Giorgio Chiarion Casoni, direttore generale per gli Affari economici e finanziari della Commissione Europea. «L'Ue pone grande attenzione a tal tipo di economia, con finanziamenti che arrivano ad oltre 500 milioni di fondi strutturali. A questi si aggiungono poi altrettanti fondi dall'Italia. La prossima grande sfida? Attrarre sul tema anche investimenti sostanziali da parte del privato, necessari per lo sviluppo dell'economia del mare».
L'assessore all'Ambiente, Massimiliano De Martin, ha infine ribadito l'importanza di rifinanziare la Legge speciale per Venezia. «Il Mose è fondamentale ha detto ma da solo non basta».

Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 14:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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