Bretella fs stazione-aeroporto, il fronte del no in campo contro il progetto

Sabato 1 Agosto 2020 di Elisio Trevisan
Il percorso della linea ferroviaria che dovrebbe portare fino all'aeroporto Marco Polo
MESTRE Il progetto per la bretella ferroviaria che collegherà l’aeroporto con la linea Venezia-Trieste è «faraonico, invasivo e costosissimo», oltre che irrispettoso del fragile equilibrio ambientale della zona. E se non basta, anche dal punto di vista dalla trasparenza, che è richiesta soprattutto ad un’opera da oltre 500 milioni di euro che attraversa centinaia di ettari di terreni occupati da case, capannoni aziendali e terre agricole, il progetto è carente: «Nonostante la monumentale documentazione di circa 800 pagine allegata al progetto, infatti, non c’è alcuna traccia delle intese intercorse, ovvero il protocollo sottoscritto nel 2017 da Rfi, Enac e Save».
IL NO VA A ROMA
Il no alla bretella ora arriva anche a Roma tramite il parlamentare veneziano del Pd Nicola Pellicani che ha inserito in un’interrogazione il malcontento per il progetto che Rfi, Rete ferroviaria italiana, ha depositato lo scorso 4 maggio in Regione e che sta facendo marciare come un treno ad alta velocità dato che ha già organizzato anche la conferenza dei servizi per decidere sugli espropri.
Quella di Pellicani è l’ultima di una lunga serie di voci critiche che ormai hanno formato un vero e proprio fronte non contro l’opera, che molti considerano indispensabile per un aeroporto intercontinentale e per ridurre il traffico automobilistico che in periodi normali (non di emergenza Covid) è soffocante, ma contro questo particolare progetto di Italferr-Rfi e Save, la società di gestione del Marco Polo di Tessera, che è schizzato da un costo di un centinaio di milioni di euro a oltre 500. Alla fine, dunque, l’unico a difendere gli 8 chilometri di bretella con un cappio in galleria che va a lambire le case di Tessera è il presidente di Save Enrico Marchi, assieme a Rfi e probabilmente e qualcuno del ministero dei Trasporti, altrimenti sarebbe stato difficile che il progetto avesse preso il via.
Sull’altro versante Pellicani del Pd va ad aggiungersi al Comune di Venezia, ai consiglieri di maggioranza, ma anche qualcuno di opposizione, che l’altra sera in Consiglio hanno votato una mozione contro, ad ingegneri ferroviari, ai residenti dell’area interessata, in particolare Dese e Tessera, ad urbanisti come Maria Rosa Vittadini, per arrivare ad Italia Nostra che, per una volta a fianco di Brugnaro, sostiene che la bretella, così com’è stata disegnata, rischia di far perdere a Venezia e all’intera laguna perfino lo status di Patrimonio mondiale dell’umanità nella lista dell’Unesco, oltre che provocare lo sversamento in laguna di 10 mila metri cubi al giorno di acque di falda ricche di arsenico, e addirittura (Pellicani cita gli esperti che si sono espressi) determinare “un abbassamento artificiale del livello delle falde che rischia di richiamare acqua dal sistema acquifero costiero con conseguente avanzamento verso terra del cuneo salino”.
Perciò Pellicani chiede al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e al ministro dell’Ambiente «quali urgenti iniziative intendano intraprendere al fine di verificare e valutare l’efficacia e la validità dell’opera, anche valutando ipotesi alternative per la realizzazione di un collegamento, che è adeguato e strategico, tra le città di Trieste e Venezia e l’aeroporto Marco Polo».
NON È PASSANTE 
Tra l’altro, come avevano già osservato la Vittadini e il senatore del Pd Andrea Ferrazzi, Rfi prevede di spendere oltre 500 milioni di euro per un pezzo di linea che sarà un cul de sac dato che collegherà l’aeroporto solo con la stazione di Mestre: «In pratica i treni non potranno né arrivare da San Donà o Trieste, né proseguire per San Donà o Trieste - ribadisce ora Pellicani - e il complessivo giro minimo sarebbe dell’ordine di 20-25 minuti, con una rilevante perdita di tempo per tutti i treni che dovessero far scalo all’aeroporto e per tutti quei viaggiatori che non sono diretti al Marco polo ma saranno costretti a passarci», tanto che tornerà ad essere conveniente l’aereo per andare da Trieste a Milano. Se si considera che neanche tutte le altre linee ferroviarie potrebbero transitare per l’aeroporto se non attraverso una doppia manovra in stazione a Mestre, se ne ricava che la nuova stazione dell’aeroporto non sarà per nulla passante, come invece è definita dai progettisti.

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