È la libreria più famosa di Venezia: la Toletta, 90 anni di libri, storie e idee Foto

Sabato 23 Settembre 2023 di Alessandro Marzo Magno
La Toletta, libreria di Venezia

Compie novant'anni la libreria più famosa di Venezia, ma per un discreto periodo anche una delle più conosciute del Veneto e dell'Italia centro-settentrionale. Eredità di quegli anni formidabili sono i clienti che ancor oggi vengono per far rifornimento alla Toletta.

Persino da Firenze, Bologna, o Torino. Anche da loro ci sono librerie, ovviamente, ma sanno che a Venezia troveranno esattamente quel che cercano. Ecco cosa significa avere una storia. L'attuale proprietario si chiama Giovanni Pelizzato, 57 anni, e a cominciare tutto era stato suo nonno Angelo. Un personaggio inquieto e schierato politicamente: comunista, antifascista, dopo la marcia su Roma deve cambiare aria e si trasferisce a Torino dove mette in piedi una ditta di pulizie.

La crisi seguita al crollo di Wall Street del 1929 lo costringe a tornare a Venezia.


L'INTUIZIONE DI ANGELO
È senza lavoro, non sa cosa fare, prova a farsi assumere come manovale nei lavori di costruzione del ponte automobilistico translagunare che si affianca a quello ferroviario. Ma è alto e magro, allampanato, c'è bisogno di forzuti e non lo vogliono. Non sa che fare; ha una grande passione: la lettura, allora prende i libri suoi personali ne possiede parecchi e li vende su un banchetto in calle della Mandola. Sembra una mossa disperata; anzi, lo è, ma funziona. Qualcuno gli porta libri da vendere, si mette in moto un meccanismo, la ruota comincia a girare. Angelo a questo punto decide di aprire una bottega e la scelta sul dove farlo è accorta: vicino al liceo Marco Polo, a una scuola elementare, non lontano da Ca' Foscari, dall'Accademia di Belle Arti e dalla neo istituita Architettura, che al tempo ha sede in zona. Alla Toletta, insomma. E come chiama la nuova libreria? Toletta, giustappunto. I figli, nonché futuri gestori, lo prenderanno sempre in giro: «Toletta? Ma te par un nome?». «E come gavevo da ciamarla? Sansovino?» Ancora una volta, però, nonno Angelo ha ragione, più di qualche non veneziano oggi crede che sia la zona a prendere il nome dalla libreria, e non viceversa. Siamo nell'ottobre 1923 e la Toletta apre i battenti. Il giorno esatto non è ricordato, ma di sicuro era ottobre perché Angelo Pelizzato vendeva libri scolastici usati e al tempo l'anno scolastico cominciava il 1° ottobre. I soldi erano pochi, le librerie dell'usato parecchie e Angelo per emergere sulla concorrenza paga i libri un po' più degli altri e li vende a un po' meno: rinuncia a un po' di margine per incrementare i volumi. Vuole vendere libri per il popolo che comunista sarebbe? e tiene la Bur e gli Oscar. I primi, soprattutto, erano bruttini, ma costavano pochissimo: intere generazioni di italiani, con tanta curiosità, ma poco denaro, hanno letto i classici su quei volumetti dalla copertina grigia. Angelo era un personaggio di altri tempi: aria austera, incuteva timore, ma in realtà aveva un'infinita bontà d'animo. Tra i numerosi aneddoti su di lui c'è quello dello studente squattrinato che si rigirava tra le mani una costosa edizione di Benedetto Croce. «Vedo che ti interessa», gli dice il libraio, «prendilo, portatelo a casa, me lo pagherai quando sarai grande». Gli amministratori da foglio Excel dovrebbero capire che quel tale rimarrà per sempre il più affezionato dei clienti.


L'ERA DI LUCIO E MAURIZIO
Nel 1962 Angelo si ritira (morirà nel 1989) e gli subentrano i figli Lucio e Maurizio (quest'ultimo era il padre di Giovanni). Entrambi erano entrati in bottega da tredicenni, imparano il mestiere sul campo, ma i tempi cambiano, la scolastica usata è sempre più difficile perché le edizioni si rinnovano troppo spesso e si rischia di dover buttar via i volumi più datati. Sono gli anni dei remainder, ovvero i libri che anziché mandare al macero, gli editori svendono a pochi soldi. A quel punto però, i titolari della Toletta hanno un'intuizione: vendere libri nuovi scontati. Qui bisogna capire come funzionano le librerie indipendenti: comprano i libri e l'eventuale invenduto lo mandano in resa. Gli editori si ritrovano in magazzino libri ancora in buone condizioni, usciti un anno o due prima, ma dal futuro incerto. Allora i Pelizzato dicono: li compriamo noi, ci fate un forte sconto e noi ci impegniamo a non mandarli più in resa. Musica per le orecchie degli editori, soprattutto Einaudi, Adelphi e Laterza accettano ben volentieri. E così alla Toletta riescono a vedere libri di un paio d'anni prima a metà prezzo. La Bur, per tutti gli anni Ottanta, aveva il 40 per cento di sconto. Oggi non si può più. La legge impone uno sconto massimo del 5 per cento, con qualche eccezione per le promozioni. La Toletta è quasi una libreria come tutte le altre. Giovanni Pelizzato fa notare che qualcosa di quel glorioso passato resta: i libri suddivisi per editore, per esempio, che facilitano la ricerca alla clientela affezionata e fa sì che, come detto all'inizio, arrivino anche da fuori Venezia per far shopping alla Toletta.

Ultimo aggiornamento: 24 Settembre, 10:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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