VENEZIA- Non è stato approvato, come i più avevano promesso (il segretario della Lega Matteo Salvini aveva garantito che al primo Consiglio dei ministri ci sarebbe stato l'ok), ma almeno il testo c'è: il ministro Roberto Calderoli ieri ha ufficialmente trasmesso il disegno di legge sull'autonomia differenziata a Palazzo Chigi. «Entro la fine dell'anno, come promesso», ha sottolineato l'esponente leghista, anche se non è dato a sapere quando il Consiglio dei ministeri licenzierà il provvedimento. In compenso sono arrivati i distinguo dei governatori del Sud, le denunce dell'opposizione perché nessuno ha ancora visto il testo, ma soprattutto l'annunciata mobilitazione dei sindacati del comparto sanitario secondo i quali l'autonomia differenziata «contribuirà a definire livelli di assistenza diversi in regioni diverse».
IL DEPOSITO
LE REAZIONI
A stretto giro i commenti dei governatori. Dal Veneto, il leghista Luca Zaia: «Il percorso dell'autonomia sta velocemente prendendo forma. Devo ringraziare il Governo ed in particolare Roberto Calderoli per come sta conducendo la partita sull'autonomia, con la capacità di dettare i tempi e coinvolgere le istituzioni a tutti i livelli. E il 2023 sarà l'anno per la definizione dei Lep, che la cabina di regia a palazzo Chigi dovrà stabilire in sei mesi». Dalla Lombardia, il leghista Attilio Fontana: «Calderoli si conferma uomo del fare». Dalla Campania, il dem Vincenzo De Luca ha puntualizzato: «Siamo riusciti a imporre la nostra linea: è stato riconosciuto come pregiudiziale la definizione dei Lep, mettendo quindi in discussione la spesa storica, e poi di evitare rotture su scuola e sanità. Le Regioni del Nord avevano altre posizioni». Ma De Luca ha obiettato sulla tempistica: «Mi pare complicato che in un anno si possano fissare i Lep e i fondi perequativi. In ogni caso dobbiamo essere dei pacifici guerrieri, aperti al dialogo ma essendo armati e pronti a combattere. Se qualcuno immagina di prendere i residui fiscali del Nord e trattenerli nel Nord sarà una battaglia durissima e non faremo passare queste decisioni».
LE CRITICHE
L'opposizione ha contestato il metodo. Elly Schlein, candidata alla segreteria del Pd: «Trasmettere il testo del ddl sull'autonomia differenziata al consiglio dei ministri è una grave scorrettezza di Calderoli. Lo ritiri e lo porti prima in Conferenza Stato-Regioni e in Conferenza unificata per un doveroso confronto istituzionale». Idem il senatore dem ed ex ministro Francesco Boccia: «Calpestato il confronto con Regioni e Comuni». E Mara Carfagna, presidente di Azione: «Inaccettabile arroganza di un ministro inadeguato, chiaramente di parte, che non vuole una riforma nell'interesse di tutti ma una secessione di fatto a vantaggio di pochi».
Ma la bordata è arrivata dai sindacati dei medici, tra cui Anaao-Assomed, Cimo-Fesmed, gli anestesisti dell'AAroi e le sigle di Cgil, Cisl e Uil che hanno parlato di «torta avvelenata» e annunciato «una forte mobilitazione»: «Una sanità che continua nel suo percorso strisciante di privatizzazione, in cui l'autonomia differenziata contribuirà a definire livelli di assistenza diversi in regioni diverse. I cittadini si preparino al peggio». Replica del ministro: «Prima di annunciare mobilitazioni di massa contro l'autonomia sarebbe gradita almeno la bontà di leggere il testo della mia proposta. Non c'è la volontà di creare squilibri, l'obiettivo è garantire uno Stato efficiente a tutti cittadini anche sul fronte sanitario».
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