All'asta la maxi villa dei Padri Armeni: un gioiello della Riviera a 2,7 milioni. Vale almeno il triplo

Domenica 5 Febbraio 2023 di Fulvio Fenzo
La villa dei Padri Armeni in Riviera del Brenta

FIESSO D'ARTICO - Avendo qualche milione messo da parte, sarebbe quasi da farci un pensierino. Perché una villa del Seicento, in ottime condizioni, con tanto di barchesse, cappella gentilizia ed un parco secolare di quasi due ettari e mezzo. Il tutto tra la Strada regionale 11 e il Naviglio (già, perché c'è perfino un accesso diretto dal corso d'acqua), ad un prezzo che è meno di un terzo rispetto al valore della perizia effettuata otto anni fa. Andrà infatti all'asta il 22 febbraio prossimo Villa Vitali, Flangini, Fini, Cottoni, Andriollo, meglio conosciuta come Villa degli Armeni di Fiesso d'Artico: il quinto tentativo dopo una serie di aste andate deserte che, questa volta, partirà da un prezzo base di 3 milioni e 699.200 euro, ma con offerte minime che potranno comunque partire da 2 milioni e 774.400 euro, a fronte di una perizia secondo la quale era stata valutata 8 milioni e mezzo di euro.

PIGNORAMENTO
É da anni che si cerca un nuovo proprietario per questo ennesimo gioiello che sorge lungo il Brenta, messo all'asta in seguito ad un maxi-pignoramento eseguito per conto dell'allora Cassa di Risparmio di Venezia.

Una villa di cui si trova traccia negli archivi sin dal 1617 e che, come si legge nella relazione che accompagna la gara tra più offerenti fissata tra poco più di due settimane nella sala aste del Gruppo Edicom di via Rezzonico a Padova (con le offerte segrete che dovranno essere presentate però entro le ore 12 del 21 febbraio presso lo studio del custode delegato alla vendita, Monica Incerti, in via Enrico Degli Scrovegni sempre a Padova) è una interessante costruzione padronale di forma parallelepipeda perfettamente inserita in un quadrato con un salone centrale passante affiancato dalle consuete stanze laterali, dal pianterreno al piano nobile, fino all'ultimo piano sottotetto. Sui due lati, in posizione simmetrica, si trovano le due barchesse entrambe sviluppate nei piani terra e primo probabilmente costruite tra la fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento, più il piccolo oratorio eretto nel 1777 caratterizzato da un ampio timpano triangolare. Il tutto, viene ancora precisato nella perizia, in uno stato di conservazione generale molto buono, in quanto sono stati realizzati consistenti interventi di manutenzione, conservazione e ristrutturazione perfino sulle due barchesse, ma anche sulle mura di cinta e sul parco con la piantumazione di arbusti e piante d'alto fusto di ammirevole bellezza.

LE PROPRIETÁ
Secondo alcuni ricercatori la villa potrebbe perfino avere delle origini databili al Cinquecento, mentre le due barchesse risalirebbero ad un periodo tra la fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento, cioè durante la proprietà dei padri Armeni. Tante le famiglie che si sono avvicendare: nel 1617 risulta di proprietà del mercante veneziano Vidal Vidalli Antonio che poi la cedette nel 1632 all'avvocato Tommaso Flangini, per poi passare alla ricchissima famiglia Fini che fece decorare gli interni con dipinti greci. Seguirono poi altre famiglie che aggiunsero perfino le decorazioni ispirate allo stile orientale, tuttora presenti sulle porte del salone centrale. Nel 1794 la acquistarono i padri Armeni e, successivamente, rimase abbandonata a lungo, per poi essere destinata anche a ospedale da campo. Il degrado terminò con un grande restauro per farla tornare alla sua funzione abitativa, fino al pignoramento del decennio scorso. Ed ora si cerca un nuovo proprietario.
 

Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 13:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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