ROVIGO - «Un tempo le ville venete, specie se palladiane, facevano gola a molti. Ora, invece, gli eredi dei proprietari di queste dimore storiche di campagna, preferiscono avere ville in Sardegna o a Cortina». Parola di Luciano Zerbinati, un vero e proprio esperto nel campo dell'arte, oltre che essere un profondo conoscitore delle bellezze architettoniche e artistiche del Polesine e non solo. È stato, infatti, presidente dell'Istituto regionale Ville venete, dal 1996 al 2005, e presidente dell'Associazione Ville d'Italia dal 2006 al 2010. È stato pure consigliere provinciale ed è il proprietario di Villa Morosini a Polesella.
DIVENTATE PESO INGOMBRANTE
LUCIANO Zerbinati: «Un conto è abitarci, ma se vivi altrove come fai a sostenere i costi? va pensato un collegamento con il turismo e con la gestione di eventi»
VISITE, CONVEGNI, CATERING
«Non dimentichiamoci che c'è sempre il caso aperto di villa Nani Mocenigo a Canda e il mio augurio è che qualcuno la possa acquistare quanto prima, visto che è un bene troppo prezioso per la nostra provincia. Su villa Avezzù posso dire che i proprietari hanno sempre cercato di conservarla al meglio e quindi il problema di eventuali grossi lavori di restauro non si presenterebbe ai nuovi acquirenti. Dopo la pausa forzata dovuta al Covid, l'attività della mia villa a Polesella sta pian piano riprendendo, con un'apertura mensile al pubblico, visite guidate su appuntamento, organizzazione di mostre e convegni, cene con il Rotary e Associazione degli Industriali. Abbiamo sottoscritto una convenzione con Pop Out, Srls nata a Rovigo nel 2018, che si occupa di eventi, arte, cultura e turismo. Abbiamo anche cambiato il catering, dopo svariati anni, affidandoci al ristorante Corte Bariani di Arquà Polesine».
Villa Morosini è stata ristrutturata e riaperta al pubblico proprio grazie all'intervento di Zerbinati. A ottobre dello scorso anno, Zerbinati ha festeggiato il mezzo secolo di attività professionale, contornato da un'immensa passione per le opere d'arte. Le nozze d'oro dell'ingegnere e mecenate polesano non potevano che essere festeggiate nella sua amata villa. Una vita dedicata alla sua professione e un impegno che lo ha portato a essere premiato con una targa speciale anche dall'Ordine degli Ingegneri di Rovigo.
IL CASO DELLA CAGNONI BONIOTTI
Villa Cagnoni-Boniotti, a Villamarzana, è salva. La storica dimora cinquecentesca, che era stata messa all'asta, resterà della famiglia Viaro di Occhiobello. La prima asta, fissata dal tribunale di Rovigo, è andata deserta. I proprietari, prima che vi sia una seconda asta fallimentare, come da prassi, chiuderanno i conti della vicenda, che li vedono opposti all'impresa edile esecutrice dei lavori di restyling. «Sto già pensando a tutta quella che è l'organizzazione di eventi vari, in primis i matrimoni - spiega Margherita Viaro che con i fratelli gestisce la villa che si trova nel borgo di Gognano a Villamarzana - devo dire che ho passato tante notti insonni a causa di questa vicenda, ma ho sempre voluto salvare la nostra villa, che io e la mia famiglia abbiamo riportato ad antichi splendori, dopo che era finita in decadimento».
La notizia della clamorosa vendita all'asta della villa, per poco meno di 1,4 milioni, aveva fatto il giro del Polesine in poco tempo, lasciando esterrefatti un po' tutti quelli che conoscono molto bene questa struttura. Villa Cagnoni Boniotti è diventata in poco tempo uno dei principali punti di riferimento, per il Polesine e non solo, per quello che riguarda soprattutto matrimoni, ma anche eventi di un certo richiamo.
MARGHERITA VIARO: «L'ASTA PER FORTUNA è ANDATA DESERTA, ORA LA MIA FAMIGLIA LA PRENDE IN MANO, NON VOGLIAMO PERDERLA». UN'ATTIVITà IMPORTANTE SONO CELEBRAZIONI E FESTE DI NOZZE
TRA MATRIMONI E EVENTI
Questo anche grazie alla sottoscrizione di un accordo con il Comune di Villamarzana, che prevede la celebrazione di matrimoni civili in un'apposita sala, ricavata nel secondo piano dell'edificio. Può anche ospitare pranzi o cene di matrimoni religiosi, celebrati nell'attigua chiesa di San Bartolomeo. Margherita Viaro, responsabile di tutti gli appuntamenti organizzati nella villa, è inoltre vice presidente dell'Associazione Ville venete dell'Adige, quindi l'eco e la portata della notizia della messa all'asta della sua dimora sono stati ancora maggiori.
La prima asta si è svolta ieri con un prezzo base di 1,388 milioni. Al fondo c'erano degli irrisolti economici con l'impresa edile che ha eseguito gli ingenti lavori di restauro. Visto che la famiglia Viaro ha dedicato tanto tempo, investendo molto per recuperare la villa veneta di campagna, un ulteriore sforzo economico è stato fatto, evitando così di perdere la prestigiosa dimora. «Non vogliamo perdere la nostra villa - conclude Margherita Viaro - anzi, avremmo fatto il possibile anche di evitare la prima asta. Tutte le coppie che hanno deciso di recarsi da noi nel 2023 per il loro matrimonio, ci sono state molto vicino in questo difficile momento. A loro va il mio più grande grazie».
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