Ville venete, difficile mantenerle, sempre più proprietari le vendono. Ma con eccezioni, da Zerbinati ai Viaro

In molti casi le prestigiose residenze finiscono all'asta. Il proprietario di villa Morosini a Polesella: "Preferiscono avere residenze in Sardegna o Cortina. Ma sapendo gestirle queste perle rendono"

Sabato 4 Febbraio 2023 di Marco Scarazzatti
Villa Morosini a Polesella e il proprietario Zerbinati

ROVIGO - «Un tempo le ville venete, specie se palladiane, facevano gola a molti. Ora, invece, gli eredi dei proprietari di queste dimore storiche di campagna, preferiscono avere ville in Sardegna o a Cortina». Parola di Luciano Zerbinati, un vero e proprio esperto nel campo dell'arte, oltre che essere un profondo conoscitore delle bellezze architettoniche e artistiche del Polesine e non solo. È stato, infatti, presidente dell'Istituto regionale Ville venete, dal 1996 al 2005, e presidente dell'Associazione Ville d'Italia dal 2006 al 2010. È stato pure consigliere provinciale ed è il proprietario di Villa Morosini a Polesella.

DIVENTATE PESO INGOMBRANTE
«Non si è mai costruito un qualcosa di ben strutturato e collegato attorno alle nostre ville - spiega Zerbinati - un tempo era un vanto avere una villa veneta. Chi le aveva in gestione, però, non ha mai pensato a un vero e proprio collegamento con il turismo. Ora i figli degli storici proprietari si trovano ad avere un qualcosa di ingombrante, diventato troppo costoso da mantenere e conservare, perché non si è mai pensato di vivere la villa appieno. Un conto è abitarci e allora si dovrebbero sì pagare delle bollette alte, tra luce e riscaldamento, ma almeno ci sarebbero solamente quelle. Invece vivendo in altre abitazioni, oltre alle utenze della casa principale, ci sono pure quelle delle ville. Ed ecco che il costo diventa esorbitante. Però non si può dire che è a causa del caro vita se si verificano così tante vendite all'asta. Perché questo succedeva anche prima. Pensiamo, per esempio, al clamoroso caso dello storico palazzo sede dell'Archivio di Stato, che io stesso ho acquistato da una vendita all'asta e che ho cercato di mantenere pressoché perfetto, anche perché dall'altra parte della strada c'è un altro edificio, altrettanto storico, rappresentato dal Vescovado, pure quello in vendita, da quello che mi risulta». L'ingegner Luciano Zerbinati è un professionista stimato nel suo settore, ma è anche un riconosciuto collezionista d'arte e come detto, proprietario della splendida villa Morosini di Polesella. La dimora, che ha ospitato il doge Francesco Morosini, si trova lungo l'argine sinistro del Po ed è considerata uno dei complessi monumentali più belli del Polesine.

LUCIANO Zerbinati: «Un conto è abitarci, ma se vivi altrove come fai a sostenere i costi? va pensato un collegamento con il turismo e con la gestione di eventi»

VISITE, CONVEGNI, CATERING
«Non dimentichiamoci che c'è sempre il caso aperto di villa Nani Mocenigo a Canda e il mio augurio è che qualcuno la possa acquistare quanto prima, visto che è un bene troppo prezioso per la nostra provincia. Su villa Avezzù posso dire che i proprietari hanno sempre cercato di conservarla al meglio e quindi il problema di eventuali grossi lavori di restauro non si presenterebbe ai nuovi acquirenti. Dopo la pausa forzata dovuta al Covid, l'attività della mia villa a Polesella sta pian piano riprendendo, con un'apertura mensile al pubblico, visite guidate su appuntamento, organizzazione di mostre e convegni, cene con il Rotary e Associazione degli Industriali. Abbiamo sottoscritto una convenzione con Pop Out, Srls nata a Rovigo nel 2018, che si occupa di eventi, arte, cultura e turismo. Abbiamo anche cambiato il catering, dopo svariati anni, affidandoci al ristorante Corte Bariani di Arquà Polesine».
Villa Morosini è stata ristrutturata e riaperta al pubblico proprio grazie all'intervento di Zerbinati. A ottobre dello scorso anno, Zerbinati ha festeggiato il mezzo secolo di attività professionale, contornato da un'immensa passione per le opere d'arte.

Le nozze d'oro dell'ingegnere e mecenate polesano non potevano che essere festeggiate nella sua amata villa. Una vita dedicata alla sua professione e un impegno che lo ha portato a essere premiato con una targa speciale anche dall'Ordine degli Ingegneri di Rovigo.

Villa Cagnoni Boniotti a Villamarzana: rimane alla famiglia Viaro. Nel titolo Villa Morosini a Polesella e il propretario Zerbinati: è uno dei migliori esempi di antica residenza su cui è stata fatta una efficare scelta imprenditoriale per renderla viva

IL CASO DELLA CAGNONI BONIOTTI
Villa Cagnoni-Boniotti, a Villamarzana, è salva. La storica dimora cinquecentesca, che era stata messa all'asta, resterà della famiglia Viaro di Occhiobello. La prima asta, fissata dal tribunale di Rovigo, è andata deserta. I proprietari, prima che vi sia una seconda asta fallimentare, come da prassi, chiuderanno i conti della vicenda, che li vedono opposti all'impresa edile esecutrice dei lavori di restyling. «Sto già pensando a tutta quella che è l'organizzazione di eventi vari, in primis i matrimoni - spiega Margherita Viaro che con i fratelli gestisce la villa che si trova nel borgo di Gognano a Villamarzana - devo dire che ho passato tante notti insonni a causa di questa vicenda, ma ho sempre voluto salvare la nostra villa, che io e la mia famiglia abbiamo riportato ad antichi splendori, dopo che era finita in decadimento».

La notizia della clamorosa vendita all'asta della villa, per poco meno di 1,4 milioni, aveva fatto il giro del Polesine in poco tempo, lasciando esterrefatti un po' tutti quelli che conoscono molto bene questa struttura. Villa Cagnoni Boniotti è diventata in poco tempo uno dei principali punti di riferimento, per il Polesine e non solo, per quello che riguarda soprattutto matrimoni, ma anche eventi di un certo richiamo.

MARGHERITA VIARO: «L'ASTA PER FORTUNA è ANDATA DESERTA, ORA LA MIA FAMIGLIA LA PRENDE IN MANO, NON VOGLIAMO PERDERLA». UN'ATTIVITà IMPORTANTE SONO CELEBRAZIONI E FESTE DI NOZZE 

TRA MATRIMONI E EVENTI
Questo anche grazie alla sottoscrizione di un accordo con il Comune di Villamarzana, che prevede la celebrazione di matrimoni civili in un'apposita sala, ricavata nel secondo piano dell'edificio. Può anche ospitare pranzi o cene di matrimoni religiosi, celebrati nell'attigua chiesa di San Bartolomeo. Margherita Viaro, responsabile di tutti gli appuntamenti organizzati nella villa, è inoltre vice presidente dell'Associazione Ville venete dell'Adige, quindi l'eco e la portata della notizia della messa all'asta della sua dimora sono stati ancora maggiori.
La prima asta si è svolta ieri con un prezzo base di 1,388 milioni. Al fondo c'erano degli irrisolti economici con l'impresa edile che ha eseguito gli ingenti lavori di restauro. Visto che la famiglia Viaro ha dedicato tanto tempo, investendo molto per recuperare la villa veneta di campagna, un ulteriore sforzo economico è stato fatto, evitando così di perdere la prestigiosa dimora. «Non vogliamo perdere la nostra villa - conclude Margherita Viaro - anzi, avremmo fatto il possibile anche di evitare la prima asta. Tutte le coppie che hanno deciso di recarsi da noi nel 2023 per il loro matrimonio, ci sono state molto vicino in questo difficile momento. A loro va il mio più grande grazie».

Ultimo aggiornamento: 19:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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