Chioggia. Aggredisce il medico di colore con minacce, spintoni e frasi razziste. Condannato il lavoratore furbetto

Domenica 25 Dicembre 2022 di Nicola Munaro
Medico di colore aggredito, condannato il lavoratore

CHIOGGIA (VENEZIA) - Il 3 giugno il dottor Nelson Yontu Maffo, medico dell'Inps di origini camerunensi, raccontò di essere stato malmenato da un lavoratore in malattia che non era in casa quando lui aveva eseguito la visita fiscale. Minacce, spintoni, epiteti razzisti e il tablet portato via. Ieri mattina quel lavoratore, Diego De Antoni, 41 anni, ha patteggiato 2 anni, 8 mesi e 550 euro di multa davanti al giudice dell'udienza preliminare Alberto Scaramuzza. Un via libera al patteggiamento arrivato anche perché De Antoni ha risarcito completamente sia il dottore (rappresentato dall'avvocato Leonardo De Luca, dello studio Simonetti) sia l'Inps (avvocato Aldo Tagliente) che così ha deciso di non costituirsi parte civile. Per lo stesso episodio è stata invece rinviata a giudizio la nipote dell'uomo, la ventunenne Martina Zorich, difesa dall'avvocato Giorgia Maschera.

Il processo per le accuse di concorso in violenza e minaccia a pubblico ufficiale e sequestro di persona, si aprirà il 13 marzo.

I fatti

Oltre al ristoro economico il quarantunenne chioggiotto (difeso dagli avvocati Alessandro Di Biasi e Umberto Pauro) ha anche scritto una lettera di scuse tanto al camice bianco quanto allo stesso ente previdenziale. De Antoni - che condivide con la nipote il sequestro di persona per aver trattenuto il medico contro la sua volontà, nonché violenza a minaccia - è accusato anche di lesioni, per i colpi dati al petto del medico, giudicati guaribili in 10 giorni. È il capo d'imputazione a dipanare la storia: il 3 giugno il medico arriva alle 16.45 a casa di De Antoni, quando lui non c'è. Torna dalla spiaggia, richiamato dai familiari alle 17.05 e si scaglia contro il medico. De Antoni blocca il cancello di uscita: «Non esci da qui vivo se non segni che ero a casa alle 17, negro di m..., voi venite dall'Africa e pensate di fare quel c... che vi pare. Adesso ti stacco la testa se non scrivi che io ero a casa alle17». Un crescendo fino alla richiesta di avere il nome e l'indirizzo del medico, che è costretto a scriverlo: «Così ti vengo a cercare». Per impedirgli di uscire dal cortile di casa, è i la nipote a sedersi davanti alla porta, mentre De Antoni gli porta via il tablet per le ricette e il cellulare. Quando il medico viene lasciato uscire e può raggiunge la sua auto, De Antoni lo insegue cercando di forzare la portiera dell'auto» in cui il dottore si è «asserragliato continuando a ripetere frasi di minaccia. Stai attento, stai attento, ti vengo a cercare».

 

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