Chioggia. Medico di colore aggredito, zio e nipote sotto accusa per spintoni e minacce: «È arrivato troppo presto per la visita fiscale»

Giovedì 27 Ottobre 2022 di Roberta Brunetti
Medico di colore aggredito, zio e nipote sotto accusa per spintoni e minacce: «È arrivato troppo presto per la visita fiscale»
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CHIOGGIA - In due sotto accusa per l'aggressione al medico dell'Inps, colpevole di essere arrivato troppo presto per la visita fiscale, quando il dipendente in malattia non era ancora rincasato. Un caso che, nel giugno scorso, fece scalpore: il dottor Nelson Yontu Maffo, di origini camerunesi, raccontò subito di quelle violenze subite, nella casa di Chioggia, con le minacce, gli epiteti razzisti, gli spintoni, il tablet portato via... Ora le indagini si sono concluse e la Procura presenta un conto salato all'uomo che doveva essere sottoposto alla visita fiscale, Diego De Antoni, 41 anni, e a sua nipote 21enne. Ad entrambi vengono contestati i reati di sequestro di persona, per aver trattenuto il medico contro la sua volontà, nonché di violenza a minaccia. De Antoni è accusato anche di lesioni, per i colpi dati al petto del medico, giudicati guaribili in 10 giorni. Escluso, però, l'odio razziale.

L'UDIENZA

Ieri si è tenuta l'udienza preliminare davanti al giudice di Venezia, Alberto Scaramuzza.

A rappresentare l'accusa il pubblico ministero Roberto Terzo. I difensori dei due imputati - gli avvocati Alessandro Di Blasi, Umberto Pauro e Giorgia Maschera - stanno trattato per risarcire i danni alla vittima, in vista di una possibile richiesta di riti alternativi che garantirebbero uno sconto di pena ai loro assistiti. Per questo hanno chiesto un rinvio dell'udienza, che è stata così aggiornata dal giudice al prossimo 14 dicembre. In udienza, con l'avvocato Aldo Tagliente, si è intanto costituita parte civile l'Inps.

LE IMPUTAZIONI

Nel capo d'imputazione c'è un'ampia ricostruzione dei fatti del 2 giugno, il giorno della visita fiscale. Il medico arriva alle 16.45, quando De Antoni non è in casa. Torna dalla spiaggia, richiamato dai familiari alle 17.05. E si scaglia contro il medico, «alla presenza di parenti e amici - si precisa - che non prestano alcun soccorso» al dottore. De Antoni blocca, invece, il cancello di uscita e passa alle minacce, riportate nel capo d'imputazione: «Non esci da qui vivo se non segni che ero a casa alle cinque e zero... negro di merda... voi venite dall'Africa e pensate di fare quel cazzo che vi pare... adesso ti stacco la testa se non scrivi che io ero a casa alle cinque». Un crescendo fino alla richiesta di avere il nome e l'indirizzo del medico, che è costretto a scriverlo su un foglietto: «Così ti vengo a cercare». Per impedirgli di uscire dal cortile di casa, è poi la nipote a sedersi davanti alla porta, mentre De Antoni gli porta via il tablet, utilizzato per le ricette, e poi anche il cellulare, per non fargli chiamare i carabinieri. Quando finalmente il medico viene lasciato uscire dalla casa e può raggiunge la sua auto, De Antoni prende «improvvisamente ad inseguirlo cercando di forzare la portiera dell'auto» in cui il dottore si è «asserragliato continuando a ripetere frasi di minaccia. Stai attento, stai attento, ti vengo a cercare».

Fin qui la ricostruzione della Procura. Nella prossima udienza la parola passerà alla difesa. Nell'immediatezza dei fatti De Antoni si era difeso, rigettando le accuse di razzismo (che ora comunque non viene contestato), spiegando di soffrire da mesi per un'ernia e sostenendo che il suo era stato «solo un momento di rabbia».
 

Ultimo aggiornamento: 17:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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