Cai e Legambiente contro i tour in motoslitta: «Così si violenta la montagna»

Giovedì 22 Dicembre 2022 di Camilla De Mori
Una foto d'archivio di motoslitte
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Cai Fvg e Legambiente Carnia contro i tour di 70 chilometri in motoslitta fra Sauris, Forni di Sopra, Sappada e Ampezzo, la nuova frontiera del turismo montano benedetta dalla Regione con un regolamento ad hoc. «Una pessima notizia» secondo Silverio Giurgevich, presidente regionale del Cai, che parla di «un modello di sviluppo ludico di chi vede la montagna come un lunapark».

Per Marco Lepre (Legambiente Carnia) sarebbe «l’ultima di una serie di “gaffe”» nei confronti delle cime.


IL CAI
«Non c’è stato il tempo di un confronto interno nel Cai - premette Giurgevich -, ma posso dire senz’altro che è una pessima notizia per la montagna e per chi come il Cai ne è il primario custode. Propone un modello di sviluppo che credevamo superato. Credevamo che fosse aumentata una certa sensibilità ai temi ambientali, in vista della scadenza del 2030. Invece, ci troviamo davanti a un modello di tipo ludico che vede la montagna come un lunapark: un modello tipico di una situazione cittadina che viene esportato in vetta, ma che produce inquinamento dell’aria, sonoro, disturbo della fauna». «Bisogna ricordare che queste richieste nascono dai Comuni di montagna e questo ci lascia molto perplessi e con il forte proposito di rapportarci con queste comunità, che scelgono delle scorciatoie. La domanda da porsi è: quale futuro per la montagna? Non certo questo», conclude Giurgevich, che assicura che il Cai tratterà il tema «per decidere come muoverci». Secondo Dario Piller (Cai Sappada), che pure precisa che l’itinerario interessa «strade silvopastorali» e «non direttamente sentieri Cai», «sarebbe giusto che su questi temi il Club alpino italiano venisse interpellato per dare un parere». Per Mario Casagrande, presidente dell’Asca (l’associazione delle sezioni Cai di Carnia, Canal del Ferro e Valcanale), invece, «le motoslitte quando si comportano in modo regolare vanno bene. Non siamo integralisti. Diciamo che va bene per incrementare un po’ il turismo».


LEGAMBIENTE
Decisamente contrario Marco Lepre (Legambiente Carnia), che ricorda come la possibilità di scendere con le motoslitte su percorsi individuati parta «dalle modifiche introdotte nel 2019 alla legge 15/91». «Tutti stanno parlando di una riconversione ecologica del turismo montano perché lo sci non sembra avere un grande futuro. La Commissione internazionale di protezione delle Alpi elenca forme di fruizione come lo scialpinismo o le ciaspole. Proporre ora le motoslitte è tutto il contrario. Un modello non ecologico e non sostenibile e non compatibile con altre discipline come lo scialpinismo. Il pensiero dominante dei nostri amministratori, sindaci compresi - prosegue Lepre - sembra essere quello del “tutto fa brodo”. Bisognerebbe ricordargli che non tutto fa brodo, che se pensi di fare tutto assieme non funziona. Scriveremo ai Comuni». «Il problema - aggiunge - sono anche i controlli. Se i bracconieri dovessero salire con le motoslitte, chi li va a controllare? I forestali gli corrono dietro a piedi?».
Per restare in tema “motorizzato”, poi, Legambiente pensa di proporre il ripristino del divieto di salire ai rifugi in auto per almeno tre anni. «I gestori dei nostri rifugi si lamentano per i pochi clienti che si fermano a pernottare. L’esatto contrario di quello che succede in Slovenia. In Friuli Venezia Giulia, invece, qualcuno ha deciso qualche anno fa che, in deroga ai divieti previsti dalla legge 15/1991, i clienti dei rifugi e degli agriturismi presso le malghe possono percorre in moto o in auto le strade di accesso. Basta fermarsi a bere una birra o un caffè per accedere su un veicolo a motore dove si dovrebbe transitare solo a piedi o tutt’al più in mountain bike. Legambiente intende proporre una moratoria di tre anni a questa deroga» per vedere l’effetto che fa sui rifugi. Sulle motoslitte, sui social ha fatto un post anche l’ex sindaco di Premariacco Rocco Ieracitano, da «più di 50 anni» frequentatore di Sappada, parlando, in via metaforica di «Attila e i nuovi Unni». «Va bene tutto, ma ci vuole rispetto dei fruitori della montagna. La gente che va in giro in motoslitta non porta niente alle nostre cime, solo confusione e un po’ di soldi. La montagna è per chi va a piedi».

Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 10:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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