​Sindaco di Zuglio contro lo Stato:
«Non dà l'ok ai lavori? Lo dò io»

Lunedì 16 Maggio 2016 di Paola Treppo
Zuglio
ZUGLIO (Udine) - Un atto di forza, dettato dallo sconforto, dall’impossibilità di far decollare un paese di montagna che è piccolo e con pochi abitanti, ma che ha una lunga e importante storia, Julium Carnicum; è Zuglio, il centro di fondazione romana che sorge nella zona più a settentrione dell’Italia, area che conserva uno spendido foro e che, grazie all’amministrazione municipale, conta anche un museo, seppure di poche stanze, ma di grande rilievo per la storia antica della Penisola. Cosa succede? Al pari di Aquileia, una delle antiche e fastose città dell’Impero, Zuglio, in Carnia, in Friuli, è quasi tutto vincolato. «La gente qui paga le tasse come dappertutto e c’è gente che ha terreni edificabili che vuol far "fruttare" - dice il sindaco, Battista Molinari -; c’è chi vuole costruirsi una casa, su questi appezzamenti, ma cosa deve fare per riuscire a farlo? Una trafila da incubo, che scoraggerebbe chiunque».

«La legge in materia prevede infatti che prima il privato cittadino proprietario si accolli la spesa di un addetto che, con un piccolo escavatore, si rechi su terreno e verifichi che, sotto terra, non ci siano mura o altre testimonianze del nostro passato romano o più antico. Non solo: lo stesso privato deve chiamare un esperto della Soprintendenza che monitori la zona interessata, per capire sempre se ci siano, in quel punto, dei resti antichi. Pure questo esperto deve essere pagato di tasca, dal privato. Perché la Soprintendenza non ha soldi, così ci dicono. Ma è assurdo. Siamo i primi a voler valorizzare resti che sono di tutti, ma non riempiamoci la bocca, poi, di sviluppo della montagna, perché è impossibile, una presa in giro, non ci sono soldi e non ce li danno”. Che decide di fare il sindaco, allora? “Nei prossimi giorni in giunta delibereremo che, se dalla data dell’iter per l’avvio dei sondaggi archeologici la Soprintendenza non si farà viva per 30 giorni, come Comune daremo l’okay per l’esecuzione delle opere. Cosa possiamo fare? A nessuno interessa della montagna. A noi sì”. E fa un altro esempio. «Abbiamo trovato un meraviglioso mosaico e adesso è a Ravenna, per essere ristrutturato, e poi riportato a “casa”. Ma siccome non ci sono fondi sufficienti, statali, per il suo recupero, il Comune di Zuglio, con tutte le spese che ha già sul groppone, si è visto costretto a stanziare di tasca 10mila euro. Ma in che Stato viviamo? Credo sia veramente ora di finirla. Così blocchiamo edilizia, ripopolamento e turismo».  
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