Meduna in sofferenza, scattano nuovi razionamenti dell'acqua

Sabato 30 Luglio 2022 di Lorenzo Padovan
Siccità in Friuli Venezia Giulia

MEDUNO - Le precipitazioni atmosferiche degli ultimi giorni - cadute a singhiozzo ad esempio anche nella notte tra mercoledì e giovedì - non si sono rivelate sufficientemente intense e uniformi per aumentare la quantità d'acqua nelle falde e nei bacini montani. Tanto che nulla è mutato nella consistenza delle riserve idriche a disposizione del Consorzio di bonifica Cellina Meduna, i cui tecnici guardano con speranza alle perturbazioni annunciate per questo fine settimana.

IL PUNTO
Il quadro maggiormente a tinte fosche resta quello del Meduna, la cui portata è scesa a circa tre metri cubi e mezzo al secondo.

All'interno del bacino di Redona ci sono al momento poco più di cinque milioni di metri cubi di acqua, ovvero una scorta che dovrebbe esaurirsi di qui alla prima decade di agosto. Già in questi giorni la Regione Friuli Venezia Giulia ha convocato le parti sociali e lo stesso Consorzio per un nuovo tavolo di confronto sul tema della siccità.

ALLARME
«Si rendono improrogabili nuovi razionamenti lungo l'asta del Meduna, dove non è piovuto nemmeno in occasione delle recenti ondate di maltempo», ha commentato sconsolato il presidente dell'ente irriguo, Valter Colussi.
Va un poco meglio sul Cellina, con 16 milioni di metri cubi invasati tra Barcis e Ravedis e una corrente in ingresso in diminuzione ma pur sempre vicina ai nove metri cubi al secondo. Tra l'altro, proprio la presenza di un certo accumulo idrico sul Cellina, ha permesso ai velivoli impegnati nelle operazioni di spegnimento del rogo scoppiato sabato notte sul monte Raut di approvvigionarsi anche da Ravedis nell'immediatezza dell'episodio.
Le prossime ore saranno quindi cruciali per l'agricoltura del Pordenonese. A Trieste verranno assunte decisioni drastiche ma necessarie visto che ormai l'acqua scarseggia anche per gli usi civici. Una situazione di potenziale tensione che di certo non dipende dal Consorzio ma solo da un meteo decisamente inclemente. Da sottolineare, invece, come le piogge degli scorsi abbiamo fornito un prezioso supporto per lo spegnimento dell'incendio sul Monte Raut, rilievo che è strettamente connesso con il sistema dei laghi artificiali che formano il prezioso tesoro irriguo della provincia di Pordenone.


Il problema principale - che sembra ormai scongiurato - era determinato dal rischio che le fiamme scollinassero dal versante della Valcolvera per andare a interessare la contermine Val Silisia, esattamente dove si affaccia il lago di Cà Selva, che si collega con il già citato bacino di Redona. Insomma, una complicazione ulteriore che per fortuna è stata evitata. Qualche prospettiva futura sarà invece assicurata dal nuovo utilizzo della cosiddetta traversa di Ponte Maraldi, tra Cavasso Nuovo e Meduno, con la possibilità di ampliare (quando scenderanno dal cielo, speriamo già oggi) le riserve idriche a disposizione degli impianti irrigui.

 

Ultimo aggiornamento: 09:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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