Udine. Ipotesi ex mensa adibita a uffici della Questura per i mingranti: gli universitari non ci stanno, scatta la protesta

Venerdì 17 Novembre 2023 di Camilla De Mori
L’ex casa dello studente di viale Ungheria, dove si trova anche l’ex mensa oggetto di un sopralluogo

UDINE - No, agli universitari udinesi, che oggi scenderanno in piazza in occasione della giornata internazionale degli studenti e dello sciopero dei lavoratori, non piace affatto l'idea (per ora solo un'ipotesi sfociata in un sopralluogo) che l'ex mensa universitaria della casa dello studente di viale Ungheria, chiusa nel 2017, possa ospitare gli uffici della Questura per i permessi di soggiorno e i documenti degli stranieri.

Nulla contro i migranti, sia ben chiaro. Ma è evidente a tutti che, se un pezzo dell'ex struttura residenziale diventerà una "dependance" della Questura (contribuendo peraltro in modo virtuoso a evitare le code infinite in viale Venezia), questo allontanerà sempre di più ogni possibilità che gli studenti possano riappropriarsi di quegli spazi, come chiedevano a gran voce.

«Apprendiamo con amarezza la notizia - si legge in un comunicato dell'Udu Udine - che Comune, Regione e Questura stanno valutando seriamente di convertire gli spazi dell'ex mensa di viale Ungheria in uffici della Questura di Udine. Noi non riteniamo che sia prematuro dire alcunché a riguardo (il riferimento è alla posizione dell'Ardis ndr): non intendiamo esprimere la nostra opinione solo a conti fatti». Riconvertire gli spazi della mensa per l'Udu significherebbe «allontanare sempre di più la possibilità che l'ex Casa dello studente di viale Ungheria torni ad essere uno spazio per gli studenti», dichiara il rappresentante nel Comitato Ardis Giacomo Marangoni. «Che la Regione non abbia intenzione di investire sulla Casa dello studente ci è chiaro anche da un altro fatto: non ha partecipato ad alcun bando, né valutato alcun progetto su viale Ungheria» mentre, sostiene l'Udu, «l'unico finanziamento chiesto e ottenuto» per l'edilizia universitaria in Friuli è quello per coprire le spese di affitto di Casa Burghart. «Intanto, contiamo 42 idonei non beneficiari di posto alloggio a Udine e un costo medio per una stanza singola arrivato a 320 euro». L'Udu riflette anche sul fatto che in centro ormai non rimanga alcuna mensa «gestita dall'ente pubblico». Per la coordinatrice dell'Udu Udine Ambra Canciani, «questa sordità si riscontra anche sul piano nazionale».

LA POLITICA

A porsi il problema è anche Andrea Di Lenardo (Avs). «Penso che sia fondamentale trovare un edificio in cui delocalizzare gli uffici della Questura» per gli stranieri. «Ritengo però che la Regione non debba mettere in contrapposizione i due diritti. Quindi bene che la Regione si sia attivata per cercare un edificio idoneo, ma non a scapito degli studenti». «Leggo che l'Ardis dichiara che sarebbe prematuro dire alcunché sulla destinazione della sede per gli uffici della Questura. Sicuramente non sarebbe prematuro invece occuparsi di garantire realmente il diritto allo studio con una casa dello studente, visto che sono sei anni che nessuno se ne vuole occupare». E conclude: «Non si capisce peraltro perché non siano stati informati gli studenti del fatto che le "trattative" si erano già chiuse, visto che l'edificio è stato promesso alla Questura». «È molto strano che se davvero non ci sono gli standard antisismici (in viale Ungheria ndr), come sostiene l'assessore, al punto che la mensa è chiusa, questi standard si raggiungano se si parla di dipendenti della Questura e immigrati», riflette in via ipotetica Furio Honsell (Open Sinistra). «Ci sono numerosi spazi in città che sono sfitti. La mancanza di pianificazione a lungo termine per gli studenti e per la Questura è preoccupante», aggiunge.

Sul fronte del terzo settore Giovanni Tonutti (Oikos), che si occupa quotidianamente di migranti, ritiene che lo spostamento degli uffici in viale Ungheria, se avverrà, sarà «in assoluto una buona notizia», «una bellissima notizia» se eviterà le code indecorose in viale Venezia: «È come se la nostra città facesse un upgrade di livello di civiltà». Il malcontento degli universitari? «Senza dubbio bisogna stare attenti a non mettere gli studenti contro i migranti, sarebbe un conflitto in cui tutti avremmo da perdere. Il fatto è che il problema abitativo è "il" problema. Lo è per gli studenti come per le persone migranti. Ricordiamo che a Udine abbiamo ad oggi ancora 300 persone che dormono all'aperto». Per Tonutti il mondo degli studenti e quello dei migranti «potrebbero incontrarsi e condividere soluzioni. In questo senso abbiamo già segnalato all'assessore Andrea Zini la necessità di rivisitare il regolamento comunale per il cohousing che, se modificato, potrebbe fornire delle soluzioni ottimali a molti studenti e a molte persone migranti».

Ultimo aggiornamento: 11:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci