Udine. Stop alle code fuori dalla Questura, spunta l'ipotesi del trasloco all'ex mensa della Casa dello studente

Giovedì 16 Novembre 2023 di Camilla De Mori
La mensa dell'ex casa dello studente in viale Ungheria

UDINE - Dopo la mobilitazione di quasi 600 udinesi, il Comune e la Questura friulana, assieme alla Regione, stanno studiando una soluzione per evitare che in futuro si ripetano assembramenti e file infinite fuori dagli uffici di viale Venezia come quelle a cui si è assistito negli scorsi mesi, con gente in coda dalla sera prima per garantirsi un posto al mattino per il rinnovo del permesso di soggiorno o la presentazione della domanda di protezione internazionale. Una delle ipotesi allo studio è quella di trovare un altro spazio per gli uffici destinati a queste pratiche e una delle “location” al vaglio sarebbe quella dell’ex mensa della Casa dello studente di viale Ungheria. Giovedì scorso, infatti, c’è stato un sopralluogo proprio in quei locali. A chi le chiede se quegli spazi saranno concessi dalla Regione per questo scopo, l’assessore regionale Alessia Rosolen, per ora non ha una risposta da consegnare: «Al momento è un sopralluogo». E anche Pierpaolo Olla, il direttore generale dell’Ardis, da cui la struttura dipende, non dà certezze, osservando che la Questura sta valutando diverse ipotesi e che sarebbe prematuro dire alcunché. Non sembra fuori luogo ricordare come il tema dell’ex casa dello studente chiusa nel 2017 sia un argomento caldissimo: sulla necessità di spazi residenziali pubblici per gli universitari, nei mesi scorsi aveva preso piede la mobilitazione studentesca, con tanto di giovani accampati in tenda fuori da viale Ungheria.

I CITTADINI

Ma grande è stata l’eco anche per un’altra mobilitazione: quella dei cittadini udinesi indignati e preoccupati per le lunghe code che si creavano fuori dalla Questura, formate per lo più da stranieri in attesa di una “carta”.

In alcuni casi si era «arrivati a più di 60 presenze alle 20 del giorno prima in attesa di 30 posti alle 8 del mattino» dopo.

Come ricorda il medico Silvana Cremaschi, la lettera al Questore, al sindaco e al Prefetto che dava voce ai sentimenti di tante persone (che fossero passanti che ascoltavano l’odissea dei migranti o imprenditori in cerca di lavoratori per la vendemmia o persone in attesa di assumere una badante) aveva raccolto «600 firme». Ne era seguito un incontro con il Questore, durante il quale era stata chiesta almeno una pensilina per riparare le persone dalla pioggia e dal sole, un accesso ai wc, una sala d’attesa, un eliminacode e magari anche un sistema sperimentale di prenotazione diretta. Come riferisce Cremaschi, gli sportelli per i permessi di soggiorno e altri documenti «sono stati spostati al pomeriggio», con il risultato di meno code notturne. «Siamo in attesa di un incontro con il sindaco - spiega -. Sappiamo che sta lavorando nella stessa direzione delle nostre richieste. Attualmente stiamo cercando di costruire, in accordo con il Questore, una proposta per le prenotazioni delle visite che superi le code notturne, ci pare già un buon segnale lo spostamento di orario».

Quanto alla localizzazione alternativa per gli uffici della Questura, «ci stanno lavorando ma non so che tempi serviranno». Ma «ora c’è il problema delle persone fuori accoglienza, che hanno bisogno di un tetto e di un posto caldo durante l’inverno, e con sindaco e Prefetto vogliamo parlare dell’accoglienza diffusa».

Ultimo aggiornamento: 10:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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