L'accoglienza non è più un affare e le coop di defilano: gara deserta

Venerdì 13 Agosto 2021 di Olivia Bonetti
L'accoglienza non è più un affare e le coop di defilano: gara deserta
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BELLUNO  - Vince ancora una volta il modello Belluno di accoglienza diffusa in singole unità abitative. Lo dimostra l’ultima gara espletata dalla Prefettura per l’affidamento del servizio. Il bando ha evidenziato anche che l’attività di accoglienza di migranti ha sempre meno appeal sulle cooperative bellunesi. Così una gara è andata deserta, quella relativa a centri collettivi (ovvero alberghi case di accoglienza per decine di migranti). E l’altra, quella per l’affidamento dei servizi di gestione di centri di accoglienza costituiti da singole unità abitative, non è stata molto ambita: un’unica partecipante, la ditta Integra scarl di Belluno.

IL CAMBIO DI ROTTA
Sono lontani i tempi in cui c’era la corsa a gestire l’accoglienza in provincia. Nel 2017, quando il costo per migrante ospite partiva da 35 euro di base d’asta e si procedeva con una gara per accogliere 750 persone, furono addirittura 5 le cooperative scelte dalla prima (il Consorzio Sviluppo e Innovazione S.c.s.) via via con le altre nel caso ce ne fosse bisogno. Nel 2019, nonostante il drastico taglio della quota giornaliera per migrante (da 35 a 21 euro) dall’allora ministro dell’Interno Salvini, tre le coop partecipanti: Integra, Sviluppo e Lavoro e Consorzio Sviluppo e Innovazione. I posti messi a gara erano 350. Nelle due gare bandite da Palazzo dei Rettori quest’estate siamo scesi a 150 posti, con costo base per l’accoglienza di ogni migrante tra i 24,57 e i 29,30 euro al giorno (era stato aumentato dal Viminale l’anno scorso proprio per i numerosi bandi andati deserti). Gli appalti valevano comunque 3 milioni di euro per la durata di due anni, ma non sono stati sufficienti ad attrarre onlus.

LE GARE
Con la “Gara europea a procedura aperta per la conclusione di un accordo quadro per l’affidamento dei servizi di gestione di centri collettivi di accoglienza con capacità recettiva massima di 50 posti” si cercavano concorrenti chiamati a mettere a disposizione dei centri collettivi: si tratta di alberghi, strutture come quella del Ceis a la Secca con capacità ricettiva massima di 50 persone in cui i servizi mensa e assistenza sono esterni e organizzati.

Il prezzo a base d’asta era di 29,30 euro. L’importo complessivo dell’accordo quadro con la vincitrice era di un milione 991 mila 700 euro per 50 posti messi a bando. Ebbene nessuno si è presentato. Il Responsabile del procedimento, Graziella Bortot, con atto datato 2 agosto ha reso noto che «non è pervenuta alcuna offerta». Aggiudicato, ma solo per un pelo, invece l’altro appalto analizzato dalla commissione di gara il 2 agosto scorso. È la “Gara europea a procedura aperta per la conclusione di un accordo quadro per l’affidamento dei servizi di gestione di centri di accoglienza costituiti da singole unità abitative nella provincia di Belluno”: ovvero appartamenti in cui i migranti sono autonomi per i pasti e il resto e che non possono raggiungere nella rete più di 50 posti. «Il seggio di gara ha completato in seduta pubblica le operazioni di verifica della documentazione amministrativa presentata - si legge - ed ha ammesso alla procedura di gara la Ditta Integra Scarl di Belluno, unica partecipante». La procedura di aggiudicazione è ancora in corso. In questo caso l’accordo vale 2 milioni 38mila e 110 euro per i prossimi due anni a iniziare dalla data presunta del 15 settembre 2021, con il pagamento di 24,47 euro al giorno per ciascun migrante ospitato. Non è un caso che a andare deserto sia stato il bando relativo alle strutture collettive. Il centro collettivo è lontano quindi con quello che è diventato il Modello Belluno: appartamenti con pochi migranti per una accoglienza diffusa e integrata con il territorio.

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