UDINE - Un nuovo protocollo d'intesa fra la Regione e l'Università di Udine per meglio monitorare gli spostamenti degli orsi e dei lupi in Friuli Venezia Giulia: è quanto stabilito dalla Giunta Fedriga con una delibera messa a punto dall'assessore alle Risorse forestali Stefano Zannier.
LE PRESENZE
Fra le premesse del documento, si riporta che e il lupo è presente, almeno con un branco, nella zona intensamente antropizzata dell'alta pianura friulana e con altri 56 branchi in altre aree del territorio regionale. La Regione sottolinea che l'apposizione del radiocollare agli orsi e ai lupi consente di localizzarne con precisione e in tempo reale la presenza ed, eventualmente, di disporre adeguate azioni di dissuasione e gestione. Ebbene il Servizio biodiversità della Regione e il Dipartimento universitario udinese s'impegnano in una collaborazione certo non facile, visti gli obiettivi: predisporre i siti di cattura sulla base e con le tecniche previste dal protocollo autorizzato dal Ministero, successivamente eseguire una serie di tentativi di cattura qualora i siti allestiti risultino frequentati da orsi o lupi al fine di catturare esemplari e dotarli del radiocollare prima del loro rilascio in libertà. Sarà poi necessario condividere i dati della telemetria fra Università e Regione e quest'ultima potrà condividerli con il proprio Corpo forestale allo scopo di promuovere azioni di comunicazione ed eventuali azioni di gestione. Saranno messe in campo anche altre tecniche come l'impiego delle fototrappole, la stimolazione acustica e la ricerca di campioni biologici e tracce.
LA MAPPA
È prevista la collocazione i 20-25 esche per i lupi e trappole per pelo con riguardo all'orso. Le esche dovranno essere attivate nel periodo di massima attività della specie.
La Regione disegna anche la mappa delle aree prioritarie nelle quali attuare il progetto: e nelle seguenti macro aree: Monte Vogu-Lubia-Mia, Monte Matajur, Montemaggiore-Rio Bianco-Farcadicce, Gran Monte-Tacia-Tanamea-Val di Uccea, Glazzat-Aupa-Val Pontebbana-Val d'Incaroio, Barcis-Piancavallo e Alto Tagliamento. I reperti raccolti dovranno essere conservati e spediti al laboratorio della Fondazione Edmund Mach di Trento o ad altro centro nazionale di ricerca appositamente indicato dalla Regione entro il 15 novembre di ogni anno.
RISCHI E CATTURE
Infine sono previsti percorsi di formazione per il personale regionale, del Corpo forestale e dei Servizi biodiversità, caccia e risorse ittiche: l'intenzione è infatti quella di dar vita a gruppi per la gestione di situazioni di emergenza con la fauna selvatica e gruppi di cattura. Saranno predisposte mappe di rischio in relazione all'uso del territorio da parte dei carnivori e alla presenza di attività antropiche e infrastrutture nelle aree da questi frequentate con maggiore assiduità. Ogni anno sarà predisposta una dettagliata relazione sull'attività svolta nell'annata precedente.