Rivive la grande Aquileia: ecco la Domus e il Palazzo Episcopale

Domenica 9 Aprile 2017 di Paola Treppo
I mosaici della Domus e del Palazzo Episcopale ad Aquileia

AQUILEIA (Udine) - Inaugurata ieri, sabato 8 aprile, la nuova struttura di protezione e valorizzazione dell’area archeologica “Domus e Palazzo Episcopale” in piazza Capitolo ad Aquileia. L'intervento restituisce un importante spaccato della vita di Aquileia e offre la rara opportunità di vedere la sovrapposizione di livelli pavimentali di diverse epoche, grazie a un sapiente gioco architettonico.

I primi scavi negli anni Cinquanta
L’area archeologica “Domus e Palazzo Episcopale” è il frutto di una lunga storia di valorizzazione, iniziata con l’acquisizione da parte dello Stato del rustico privato “stalla Violin”. Già negli anni Cinquanta la Soprintendenza alle antichità delle Venezie aveva fatto i primi scavi in quest’area di piazza Capitolo, sotto la direzione di Luisa Bertacchi, ed erano stati messi in luce, e lasciati in vista, tre ambienti di un più ampio complesso, identificato come un settore del palazzo episcopale di V secolo.

La scoperta della sala mosaicata
Tra il 2009 e il 2010, nuove indagini promosse dalla Fondazione Aquileia e con la direzione scientifica della Soprintendenza archeologia del Fvg hanno portato alla scoperta di una sala mosaicata dell’inizio del IV secolo, dotata di abside, e quindi alla decisione della Fondazione di realizzare un progetto di copertura e musealizzazione del sito, per consentire la protezione dei resti e permettere contestualmente al pubblico di apprezzarli.

A ritroso fino al I secolo a.C.
Con l’avvio del cantiere, a inizio 2016 ulteriori scavi hanno raggiunto i livelli del I-II secolo, imponendo una variante al progetto originario, che è confluito nell’attuale struttura. Nella nuova struttura sono visibili i significativi resti di uno degli isolati della città romana che si svilupparono, alla fine del I secolo a.C., fuori dalla cinta muraria originaria eretta quasi due secoli prima (nelle foto).

Il percorso di visita
Il percorso di visita si snoda tra strutture e pavimenti musivi delle diverse fasi edilizie del sito, visibili a profondità diverse; si raggiungono i 4 metri sotto il piano di campagna attuale. Il visitatore potrà fare un emozionante viaggio a ritroso nel tempo, dunque, nel ventre di Aquileia, ammirando le strutture della domus di I-II secolo, la grande aula absidata del IV secolo, gli estesi resti musivi e murari del palazzo episcopale del V secolo.

Questi ultimi sono i resti archeologici che s’incontrano per primi nel percorso di visita. La lunga sala, collegata probabilmente al complesso basilicale, faceva parte della residenza di rappresentanza del vescovo di Aquileia, la cui autorità era cresciuta in maniera significativa durante il IV secolo. Il muro occidentale divideva la sala da un’area esterna lastricata, scavata nel 2010 e oggi non più visibile, che è stato possibile datare tra la fine del IV e l’inizio del V secolo d.C. grazie al rinvenimento di alcune monete.

Lo splendore dei mosaici
Il mosaico databile nel corso del V secolo d.C., è suddiviso in due tappeti di diversa ampiezza separati da una fascia di tessere gialle. Nella porzione settentrionale è un motivo a piccoli quadrati concentrici attorno a un bottone nero realizzati con l’utilizzo di tessere di cotto. Il più ampio spazio di forma allungata è invece decorato da una composizione a reticolato ornata da losanghe e quadrati, impiegata anche in altri contesti cristiani di Aquileia.

Al centro del percorso espositivo e al livello più profondo, si conserva parte di una casa del I secolo d.C., con i resti di muri recanti ancora la decorazione ad affresco per un’altezza di più di un metro: una circostanza straordinaria ad Aquileia in livelli di questa epoca. Il percorso si conclude con la splendida sala absidata di una domus di IV secolo, scoperta tra il 2009 e il 2010. L’aula absidata, costruita all’interno dell’isolato occupato dal complesso basilicale teodoriano e forse appartenente alla residenza del vescovo, aveva un’ampiezza di circa 100 metri quadrati e fu realizzata secondo modelli architettonici in voga al tempo e documentati ad Aquileia anche in altri contesti residenziali di alto livello.

Le decorazioni
L’abside, con ampiezza di oltre cinque metri, era sopraelevata e raccordata al piano dell’aula da un gradone. Le pareti e il soffitto erano decorati con affreschi, dei quali sono stati rinvenuti numerosi frammenti nel corso dello scavo: raffinati tralci di vite con foglie, grappoli d’uva e volatili su fondo rosso davano risalto al catino absidale rispetto al più semplice soffitto bianco della sala. Nel pavimento a mosaico, un originale motivo a tendaggio realizzato in tessere dai colori sfumati esaltava la funzione rappresentativa dell’abside, usata come spazio di ricevimento, al quale era destinato il maggiore impegno decorativo.

Pesci, polipi e conchiglie 
Il pavimento dell’aula è suddiviso in tre campiture da raffinate fasce vegetali con al centro un riquadro del quale si conserva solo parte della cornice. Le semplici trame geometriche, a esagoni e cerchi allacciati, sono arricchite da motivi figurati policromi raffrontabili con la decorazione delle aule teodoriane, con le quali condividono le maestranze e la datazione successiva all’editto di Costantino del 313 d.C. Le raffigurazioni attingono al repertorio dei soggetti di genere ampiamente diffuso nella produzione musiva romana: pesci, polipi, conchiglie e volatili sono affiancati a grappoli d’uva, racemi fioriti, cesti e bacili ricolmi di frutti, per evocare, attraverso l’allusione alla ricchezza della natura, un’idea di benessere e prosperità.
 
Quando si può visitare il nuovo complesso 
Oggi, domenica 9 aprile, l'apertura dell'area sarà gratuita e regolamentata su 4 turni giornalieri con l'assistenza del personale di sorveglianza che coordinerà l'accesso dei gruppi: sarà necessario presentarsi all'ingresso del sito puntuali alle ore 10, 12, 15 o 17.

Dal 7 maggio ingresso libero tutti i giorni con orario continuato 10-19.

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