«Stai a casa tua se vuoi vivere», se l'ambulante non paga scatta la spedizione punitiva

Giovedì 16 Settembre 2021 di Cristina Antonutti
«Stai a casa tua se vuoi vivere», se l'ambulante non paga scatta la spedizione punitiva
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UDINE -  «Li vedi a questi qua? Se io muovo un dito, ti spaccano qua, in mezzo qua... Non ti fanno alzare più da terra». A parlare è Pietro D'Antonio. Guarda dritto negli occhi un ambulante che gli avrebbe mancato di rispetto sostenendo che lui, il 60enne di Latisana ora in carcere perché indiziato di estorsioni aggravate dal metodo mafioso, gli avrebbe copiato dei giubbini in pelle. È la notte tra il 21 e 22 ottobre 2019 e D'Antonio, per la spedizione punitiva a Lignano, ha ingaggiato il nipote Beniamino D'Antonio e Zefferino Pasian, titolare di un'azienda agricola a Concordia Sagittaria, pluripregiudicato.
Al venditore ambulante di origine napoletana contesta di non aver rispettato le regole nell'ambiente dei mercati e delle fiere del Triveneto.

Soprattutto a Lignano. Il pestaggio sarà preceduto da minacce telefoniche puntualmente registrate dagli investigatori della Dia di Trieste. «Non te la prendere più questa confidenza! - gli dice D'Antonio - Non sto giocando! Stai a casa tua, che stai bene, se vuoi vivere ancora». E ancora riferendosi ai giubbini: «Ma cosa ho da copiare? Io se ti copio a te, io sono fallito».


ACCUSE E MINACCE

D'Antonio dice al corregionale che deve comportarsi da uomo «altrimenti non vai bene». Lo accusa di non aver versato, assieme al figlio, la quota dovuta al sodalizio. Di aver mancato di rispetto nei suoi confronti. E per questo il pestaggio - mai denunciato per paura - sarà violento e dovrà servire da monito anche agli ambulante del mercato di Tarvisio. Non si può nemmeno escludere che il nipote avesse un coltello in tasca, perché lo zio durante l'aggressione lo invita a non usarlo.
Non è stata un'aggressione maturata durante una lite. Le indagini coordinate dalla Procura antimafia di Trieste hanno accertato che D'Antonio l'aveva organizzata. Prima di andare a Lignano, infatti, si sfoga telefonicamente con un altro ambulante: «Se lo acchiappo stasera lo uccido. Lo uccido con le mani - afferma - Un paio di schiaffi li deve prendere, perché deve capire che non è nessuno, hai capito? Adesso lo deve capire! Adesso tutti quelli là, gli scemi di Tarvisio che tiene con lui, devono sapere che le ha buscate, capito?».
L'indomani D'Antonio commenta la spedizione punitiva. E si può immaginare il terrore vissuto dalla vittima. «Gli uscivano le lacrime agli occhi - racconta il boss dei mercati - non disse A...». Descrive come Zeffirino Pasian incutesse timore, di come, dopo una decina d'anni di dominio nel settore, alcuni ambulanti come quello di Lignano si stessero «prendendo un po' di confidenza in più». E allora ci voleva una dimostrazione nei confronti di chi era diventato un nemico, come la spedizione punitiva che ora la Procura gli contesta nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita ieri. E sarebbe interessante capire che cosa intendeva, nella telefonata intercettata, quando parlava di tornare «un'altra volta indietro a 10/15 anni fa». Forse quando impose le sue regole agli ambulanti napoletani di Lignano, Bibione e Tarvisio.
 

Ultimo aggiornamento: 17:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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