GORIZIA (Udine) - Due coniugi goriziani sono stati denunciati per bancarotta fraudolenta dalla Guardia di Finanza, al termine delle indagini relative al fallimento di una Srl da loro amministrata, dichiarato nel 2013 dal Tribunale.
I due, che sono stati anche soci della società, ne avrebbero aggravato il dissesto, quantificato in 300.000 euro, non avendo presentato la richiesta di fallimento in proprio.
Le indagini, condotte attraverso perquisizioni domiciliari, acquisizioni di informazioni da creditori, e con accertamenti sui conti correnti aziendali e personali degli indagati, hanno permesso di accertare che i due, consapevoli dello stato d'insolvenza della società, che operava nel campo delle energie rinnovabili e dell'impiantistica elettrica, anziché ricorrere al fallimento hanno proseguito l'attività economica operando distrazioni patrimoniali per 172.000 euro, eseguendo pagamenti preferenziali per 50.000 euro e nascondendo parte delle scritture contabili impedendo così al curatore fallimentare di ricostruire l'esatta situazione economica, finanziaria e patrimoniale.
Le Fiamme Gialle hanno accertato che lo stato di insolvenza della società durava dal marzo 2009, sia per debiti, assenza di disponibilità finanziarie e debiti tributari per oltre 50.000 euro. La Procura goriziana, che ha notificato ai due l'avviso di conclursione delle indagini preliminari, ha applicato per gli anni d'imposta 2010 e 2011 la tassazione dei proventi illecitamente distratti, contestando l'evasione di Irpef per oltre 63.000 euro.
Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 12:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA I due, che sono stati anche soci della società, ne avrebbero aggravato il dissesto, quantificato in 300.000 euro, non avendo presentato la richiesta di fallimento in proprio.
Le indagini, condotte attraverso perquisizioni domiciliari, acquisizioni di informazioni da creditori, e con accertamenti sui conti correnti aziendali e personali degli indagati, hanno permesso di accertare che i due, consapevoli dello stato d'insolvenza della società, che operava nel campo delle energie rinnovabili e dell'impiantistica elettrica, anziché ricorrere al fallimento hanno proseguito l'attività economica operando distrazioni patrimoniali per 172.000 euro, eseguendo pagamenti preferenziali per 50.000 euro e nascondendo parte delle scritture contabili impedendo così al curatore fallimentare di ricostruire l'esatta situazione economica, finanziaria e patrimoniale.
Le Fiamme Gialle hanno accertato che lo stato di insolvenza della società durava dal marzo 2009, sia per debiti, assenza di disponibilità finanziarie e debiti tributari per oltre 50.000 euro. La Procura goriziana, che ha notificato ai due l'avviso di conclursione delle indagini preliminari, ha applicato per gli anni d'imposta 2010 e 2011 la tassazione dei proventi illecitamente distratti, contestando l'evasione di Irpef per oltre 63.000 euro.
