Via al nuovo depuratore di Servola:
è il più grande di tutto il Friuli

Venerdì 9 Marzo 2018 di E.B.
Via al nuovo depuratore di Servola: è il più grande di tutto il Friuli

TRIESTE - Con i suoi 190 mila abitanti servizi, il nuovo depuratore di Servola è il più grande del Friuli Venezia Giulia e precede gli impianti di Lignano, Tolmezzo e Udine. Oggi il taglio del nastro atteso dopo tre anni e mezzo di lavori forti di una copertura finanziaria di 52,5 milioni di euro tra fondi per lo sviluppo e coesione e contributi regionali pluriennali.

Si tratta dell'avvio dell'esercizio provvisorio che sarà in grado di regolare l'intensità dei trattamenti in base al fabbisogno di nutrienti espresso dal mare. Nelle prossime settimane dovranno essere “create” le condizioni ottimali per sviluppare le colonie batteriche che, a regime, avranno il compito, all’interno delle nuove vasche,  di trasformare i reflui in acqua pulita, biogas  e concime. L’attivazione consentirà di fare partire l’iter procedurale che determinerà l’uscita del depuratore dalla procedura di infrazione europea. In particolare, da oggi parte una fase di alcune settimane in cui i diversi trattamenti del depuratore saranno portati a regime, con l’obiettivo di garantire alle acque in uscita di rientrare nei rigidi parametri imposti dalla disciplina italiana che ha recepito quelli comunitari.

Dal momento in cui il settaggio dell’impianto assicurerà tali valori, decorreranno 12 mesi in cui Arpa Fvg monitorerà costantemente i dati. Se durante tale periodo non si rileveranno anomalie, l’impianto sarà ufficialmente fuori dalla procedura d’infrazione con decorrenza retroattiva alla data di messa in esercizio. A coordinare la stazione appaltante è AcegasApsAmga.
 
Fra le più importanti novità introdotte vi è il trattamento biologico a terra che fino a oggi è stato assicurato da una condotta sottomarina di 7 km dotata: la normativa comunitaria nel 1991 aveva però previsto che tale trattamento dovesse essere effettuato a terra dall’impianto stesso e proprio per questa ragione scattò la procedura di infrazione che oggi si avvia a conclusione. Il trattamento biologico a terra avrebbe però potuto comportare una cessazione troppo brusca dell’apporto di nutrienti al mare, dunque con ripercussioni negative sulla fauna ittica e, più in generale, sull’ecosistema marino. E’ stata così sviluppata una tecnologia che consentirà di bilanciare l’intensità di trattamento in base allo stato del mare. E’ stato a questo proposito attivato in collaborazione con l’Ogs un monitoraggio costante della quantità di sostanze nutrienti presenti in mare.

E poi la totale copertura di tutti i processi di trattamento garantendo la totale assenza di odori.  I lavori hanno visto circa 300 persone coinvolte per complessive 36.000 giornate. 

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