Le disdette improvvise le fiale da gettare via: «Ora la lista di reperibili»

Domenica 14 Marzo 2021
Le disdette improvvise le fiale da gettare via: «Ora la lista di reperibili»

TREVISO Il problema è esploso qui, nella Marca Trevigiana, dov'è stato anche prontamente tamponato.

Ma se continua a montare l'onda della psicosi, rischia di esserne travolta la campagna vaccinale di tutto il Veneto, già alle prese con i ritardi nelle forniture che interessano pure il resto d'Italia. Per questo ora la Regione deve ulteriormente affinare la propria strategia, elaborando un piano B contro le defezioni dell'ultimo minuto basato su un elenco di reperibilità, come annuncia il presidente Luca Zaia: «Una dose persa da qualcuno è un'opportunità di salute tolta a qualcun altro, per questo ho dato disposizione alle Ulss di formare una serie di liste di attesa con le persone delle varie categorie».

Mille prof rinunciano al vaccino, le dosi di AstraZeneca rischiano di essere buttate via: la decisione del direttore dell'Ulss


LE PROVINCE

Evidentemente la chiamata dei giornalisti ha alimentato invidie nelle altre professioni e nelle altre province, dove però non si era verificata l'emergenza nell'emergenza che è accaduta a Treviso. Per dire, nell'Ulss 1 Dolomiti era il giorno di accesso libero per le classi 1938 e 1939, motivo per cui il tema degli appuntamenti disdetti non si è nemmeno posto. Addirittura l'Ulss 6 Euganea negli ultimi giorni ha registrato numeri in aumento nelle somministrazioni ai lavoratori della scuola: 3.464 giovedì e 3.627 venerdì, a cui ieri si sono sommate altre 5.000 prenotazioni. Invece l'Ulss 2 si è ritrovata con mille defezioni in una sola giornata e ha dovuto cercare soluzioni straordinarie, il che potrebbe capitare anche altrove, se dovesse allargarsi la sfiducia nei confronti di AstraZeneca dopo il ritiro del lotto interessato dalle inchieste. Proprio a Padova, ad esempio, 1 vigile urbano su 4 ha rifiutato la vaccinazione, per timore di effetti avversi o comunque per valutazioni in corso.


IL JUKE-BOX

Osserva al riguardo Zaia: «Quella vicenda è all'origine delle defezioni. Il direttore generale Francesco Benazzi ha deciso in piena autonomia e mi sento di giustificare il suo operato, perché si è ritrovato con centinaia e centinaia di rinunce all'ultimo minuto, in molti casi senza nemmeno la cortesia di avvisare per tempo. È successo un po' quello che accade per esempio con la prenotazione di una Tac: il paziente che non si presenta all'appuntamento, causa un guaio alla struttura e alla collettività, in quanto toglie la possibilità a un altro malato di sottoporsi all'esame». Ecco perché, nel caso degli accertamenti diagnostici e delle visite ospedaliere, a fronte della mancata disdetta in tempo utile scatta comunque l'addebito della prestazione. «La vaccinazione invece è gratuita riflette il governatore ma è anche volontaria. Quindi ci vuole un minimo di rispetto per gli altri, perché una campagna vaccinale di massa non è un juke-box in cui basta inserire una monetina per cambiare il disco: trovare un'altra persona disponibile all'iniezione può essere molto complicato e il rischio di dover buttare le dosi è piuttosto concreto». 


LE TEMPERATURE

Restando al caso trevigiano, lo stoccaggio delle fiale di AstraZeneca è nella farmacia di Vittorio Veneto, da dove partono quotidianamente le consegne alle varie sedi vaccinali. Le temperature devono essere rigorosamente garantite, come prescrive la circolare del ministero della Salute: «La stabilità chimica e fisica durante l'uso è stata dimostrata dal momento dell'apertura del flaconcino (prima puntura dell'ago) fino alla somministrazione, per non più di 48 ore in frigorifero (2°C 8°C). Entro questo periodo di tempo il prodotto può essere conservato e utilizzato a temperature fino a 30° per un unico periodo di tempo fino a 6 ore. Trascorso questo periodo di tempo, il prodotto deve essere smaltito». Quindi, o viene utilizzato, o va gettato. 


I TAGLI

Come se non bastasse, anche il Veneto dovrà fare i conti con i nuovi tagli comunicati da AstraZeneca all'Unione Europea, quantificati in una riduzione del 25%. «Confidiamo in Johnson&Johnson dice Zaia nella speranza che ci inondi del suo vaccino, che oltretutto prevede un'unica somministrazione. Nell'attesa, però, non possiamo sprecare nemmeno una dose. Per questo lancio un appello alle persone: se avete prenotato l'iniezione e poi decidete di rinunciare, avvisate l'organizzazione, perché è una macchina molto complessa. Nel frattempo predisporremo degli elenchi di soggetti disponibili, che possono essere chiamati anche all'ultimo minuto. Ma nemmeno questa sarà un'attività semplice, perché per ogni categoria bisogna valutare età, eventuali altre patologie, situazione logistica. C'è chi la fa facile, ma non lo è per niente». 
A.Pe.

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