L'Abbazia di Follina che ha conquistato il principe del violino

Giovedì 2 Novembre 2023 di Elena Filini
Uto Ughi

FOLLINA - «Amo queste colline, luogo di passeggiate meravigliose, gratificanti per l'occhio per i profumi. Mi riconnettono con la natura». Mahler aveva Dobbiaco e le Dolomiti, Uto Ughi ha le Colline Unesco. Il virtuoso, decano della scuola italiana, rinnova quest'anno una longeva passione. «Suonerò un concerto di Viotti e il concerto numero 3 di Wolfgang Amadeus Mozart che ritengo contenga uno dei più memorabili Adagio della storia della musica».
Ci sono casi in cui le etichette non risultano casuali.

Principe del violino, ad esempio. Uto Ughi del principe ha anzitutto l'eleganza di stile strumentale, e naturalmente la distinzione, la finezza di tratti e quel rotacismo che fa tanto ancien regime, insieme ad una certa severità, capace anche di prese di posizione nette: ne sanno qualcosa i Maneskin. Quando si affeziona però, è per sempre. Ed è così che uno stop accidentale a Follina durante un tour con i Solisti Veneti di Claudio Scimone si è trasformato in una lunga storia d'amore. Amicizia e meraviglia per questo luogo, profonda consonanza con la Basilica si sono cementate in oltre trent'anni di brevi villeggiature che hanno dato vita ad un sodalizio anche musicale.


REGOLARE
Gli happening di Ughi, che con cadenza regolare in autunno arriva all'Abbazia per tenere un concerto, hanno mosso preziose energie e raccolto appassionati e bel mondo, dall'industria all'arte. E così, per tutti quelli che amano le tradizioni, si registra il ritorno puntuale del concerto di Uto Ughi in abbazia domani 3 novembre (ore 20,45) con i Filarmonici di Roma. Il maestro sta chiudendo le valigie ed è in partenza da Roma per raggiungere la Valsana. «È sempre un grandissimo piacere suonare nell'Abbazia di Follina, un luogo particolarmente felice sotto il profilo acustico, perché il suono naturale dello strumento viene restituito naturalmente ricco di armonici. È musicalmente felice l'espansione naturale, che non necessita di amplificazione».


LA FONDAZIONE
Settantanove anni, Ughi ha fatto la storia dell'esecuzione violinistica del Novecento. E proprio alla soglia dell'ottantesimo compleanno ha scelto di costruire una Fondazione che si occuperà di educazione musicale. «In Italia ci sono 80 Conservatori c'è una grande sensibilità musicale ma non supportata da un'adeguata istruzione nelle scuole. Nonostante con Abbado e Muti abbiamo lamentato questa mancanza. La musica non è un accessorio: noi siamo i custodi di una tradizione millenaria. Ero una voce un po' isolata, voler creare una fondazione con persone che condividono lo stesso entusiasmo rafforza l'idea principale».
Ughi parla anche di nuove forme di mecenatismo per dare l'apporto necessario perché questa arte possa essere supportata. «Siamo lontani dalla Cina o dal Giappone, dove si educano i bambini ad ascoltare Vivaldi fin dai cinque anni: anche se non diventeranno tutti musicisti, di certo quei brani lasceranno in loro un'impronta di civiltà, di buon gusto, di ricerca della bellezza». La presentazione ufficiale della Fondazione è avvenuta qualche settimana fa al museo del Risorgimento di Torino ed è una nuova avventura che si affianca al cartellone di concerti e impegni strumentali del violinista.
Sulle colline intanto si scaldano i motori dell'accoglienza in vista di venerdì. E la famiglia Zanon, proprietaria dell'Hotel Abbazia, non nasconde l'orgoglio per un'amicizia speciale. «Era in tour con i Solisti Veneti. Avevano un concerto in Abbazia e lui doveva riposare e prepararsi prima della serata. Ha visto un hotel, ha chiesto una camera. Sono passati ormai trent'anni, ma ogni anno il Maestro torna qui». Giovanni Zanon, patron (insieme al fratello e alle due sorelle) dell'Hotel ha più volte raccontato l'incontro con Ughi e i piccoli riti che accompagnano i suoi concerti: dalle passeggiate nei boschi alle degustazioni. Come ogni anno quindi il celebre solista torna, su invito degli Zanon, a suonare nell'Altamarca.


LEGAME
La storia, la bellezza del centro di Follina, l'acustica preziosa dell'Abbazia e il senso di spiritualità che si respira hanno fatto della tappa follinese un evento irrinunciabile per Ughi. Nel tempo il legame con la famiglia si è strutturato: le sorelle Zanon hanno deciso di creare l'evento musicale e di organizzare il rendez-vous fisso con Ughi e le diverse orchestre. Il concerto del 3 novembre, ad offerta responsabile, è inserito nel cartellone "Città veneta della cultura 2023 - Musica nel paesaggio Musica per il paesaggio". Quest'anno la carta di sala prevede musiche di Viotti, Mozart, Massenet, Pugnani, Haydn e Fritz Kreisler. Insomma il repertorio sette-ottocentesco da sempre amato dal violinista. Il fascino del concerto è accresciuto dagli strumenti di Ughi, un Guarnieri del Gesù del 1744, forse uno dei più bei esemplari esistenti, dal suono caldo e dal timbro scuro, e uno Stradivari del 1701 denominato Kreutzer, perché appartenuto all'omonimo violinista a cui Beethoven aveva dedicato la famosa Sonata.
Uto Ughi tra passato e futuro: custode di una nobile tradizione, ma attento a fare la propria parte per le nuove generazioni. «In Italia c'è un vuoto davvero enorme da colmare - conclude -. Dobbiamo fermare i giovani che vogliono fuggire all'estero perché in Italia non hanno possibilità di lavoro nel mondo della musica. La mia Fondazione servirà anche a questo».

Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 10:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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