Truffati dal Superbonus 110%, a Nervesa nasce il comitato contro Casa Zero

Domenica 13 Novembre 2022 di Laura Bon
Truffati del Superbonus riuniti in comitato

NERVESA (TREVISO) - Nasce il comitato dei clienti di Casa Zero, ditta indagata per truffa, che così potranno entrare a pieno titolo in tutte le partite giudiziarie. Ieri, 12 novembre, un centinaio di persone hanno manifestato a Nervesa davanti alla sede dell'azienda che ha lasciato in sospeso cantieri e lavori in tutto il nord Italia. C'è chi, nonostante l'autunno che avanza, deve fare i conti con case senza finestre e serramenti o con soffitti dai quali piove dentro. Chi, invece, ha attorno a casa le impalcature di lavori mai partiti e anche solo aprire il finestre è impossibile. Chi ha semplicemente firmato un contratto che rischia di tramutarsi in una bella grana, di fronte all'Agenzia delle entrate. Sono i tanti volti dei cittadini che, nei mesi scorsi, hanno siglato, a diverso titolo e per somme diverse, un accordo con Casa Zero, per l'effettuazione di lavori di restauro dei propri immobili sulla base del 110%. Ieri sono arrivati da tutto il Veneto ma anche dalla Lombardia e dal Friuli Venezia Giulia, per fare il punto della situazione di fronte alla sede di Casa Zero, desolatamente vuota se si eccettua la presenza, nel magazzino, di un addetto impegnato nelle pulizie, che dice, a sua volta, di avanzare grosse somme.

Nel loro aspetto, e nelle loro parole, segnali di grande preoccupazione ma anche di dignità; quella di persone pronte a lottare ma non sguaiate. Con la fermezza di chi vuole uscirne, prima di tutto, pulito. 

L'unione

A unirli è stato, grazie a una provvidenziale pagina facebook, Michele Valle, milanese. E il profilo social li aiuta non solo a confrontarsi, ma anche ad avere indicazioni tecniche: ad esempio, un tutorial spiega come consultare il proprio cassetto fiscale. Qualche altro, assieme a lui, sta ora tirando le fila di situazioni squisitamente individuali. E private. Ma l'unione fa la forza. Ed è per questo che, fra i proprietari, prende quota il progetto di costituirsi in un comitato, soprattutto per poter trattare con gli enti istituzionali in una nuova fase. È quella Cominciata il 2 novembre, quando la proprietà ha presentato richiesta di concordato in continuità, proponendo di avviare un percorso in cui dovrà essere presentato un piano di rientro.

I timori

«Mentre il pm Massimo De Bortoli sta seguendo l'aspetto penale - ha spiegato Paolo Gregori - il commissario Danilo Porrazzo, commercialista di Treviso, sta controllando cosa accade all'interno di Casa Zero. Lo ho incontrato in settimana e mi ha spiegato che, se anche gli ultimi venti dipendenti si licenziano, è difficile che l'azienda possa dare continuità ai progetti. Questa è infatti rappresentata dalle persone che ci sono dentro. Gli ho chiesto di poter essere qui oggi: non riusciva per una questione di presenza istituzionale. Se ci costituiamo in comitato, però, ci riceve volentieri». L'altro fronte è quello delle denunce presentate nei confronti di Casa Zero. Ne sono partite circa 200, anche se il calcolo è difficile perché sono state presentate in vari tribunali. Molti altri, invece, si sono limitati agli esposti, nella speranza di tenere comunque una porta aperta verso la conclusione dei lavori.

L'invito

Ma, se l'Agenzia delle Entrate dovesse assumere provvedimenti, il rischio è che chi non ha preso le distanze, appunto con una denuncia, in modo netto, venga multato, per una sorta di connivenza. Di qui il suggerimento di attivarsi senza indugio. «Noi al momento ci siamo limitati all'esposto - spiega Sara Cavuto, di Padova - la nostra situazione è davvero tragica. Al momento, viviamo senza balconi e senza portoni: li hanno tolti a metà luglio. Le finestre non si chiudono perché sono state tagliate. Non lasciamo mai la casa vuota perché è aperta e non ci fidiamo. Viviamo lì perché non abbiamo altri alloggi». Intanto, nel magazzino e sul retro dell'azienda non mancano i materiali accatastati. Neanche l'ombra, invece, dei ponteggi, che sarebbero spariti nelle ultimissime settimane. E, secondo più di qualcuno, sarebbero stati venduti prima di procedere alla domanda di concordato. Insomma, la situazione va avanti fra tantissimi dubbi e ipotesi e pochissime certezze. Fra queste quella che centinaia di persone rischiano di vivere, oltre al danno di questi mesi, anche la beffa rappresentata da possibili problemi giudiziari.
 

Ultimo aggiornamento: 14 Novembre, 08:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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