Treviso. «Vietate a mia suocera di pregare
sulla tomba della figlia: l'ha abbandonata»

Martedì 9 Novembre 2010 di Mauro Favaro
Il cimitero di Postioma (PhotoJournalist)
TREVISO (9 novembre) - Il genero vuole chiudere a chiave la cappella privata dove ormai da otto anni riposa la moglie, in modo da impedire a sua suocera di andare a pregare sulla tomba della figlia.



Accade a Paese, nella frazione di Postioma, dove i litigi tra Angelo Vettori Della Zanna, manager di 58 anni in pensione, e Orazia Scrofani, 85enne di origini siciliane, non solo sono sopravvissuti alla scomparsa del loro anello di congiunzione, Loredana Mainenti, mancata all'età di 46 anni, ma adesso finiscono addirittura in tribunale.



«Mia moglie deve finalmente poter star tranquilla con la sua famiglia: suo marito e i suoi due figli - spiega il genero - la cappella deve tornare ad essere un luogo di preghiera e non, come accaduto sino ad ora, un terreno di guerra». Cosa possibile, secondo il marito, solamente vietando l'ingresso ad Orazia.



Non è la prima volta che il giudice si esprime sul caso. Già tre anni fa, infatti, Angelo aveva chiuso fuori la suocera. Ma quest'ultima aveva fatto ricorso al tribunale che inizialmente aveva stabilito dei turni di visita in cimitero, per evitare che i famigliari si incontrassero, e in seconda battuta aveva ordinato di consegnare una copia delle chiavi della cappella privata, costata cento mila euro, anche alla donna. Il genero, però, non ha alcuna intenzione di darsi per vinto e venerdì ha presentato in Procura una nuova denuncia.



«Riapro la questione perché i documenti ufficiali sono in contrasto con quanto emerso in sede di giudizio - incalza Angelo - la cappella deve tornare a essere chiusa a chiave per rispettare le volontà di mia moglie e perché mia suocera ha sempre leso la dignità della nostra famiglia».



Quali sono questi comportamenti lesivi capaci addirittura di prendere il sopravvento sulla pietas che si concede ai defunti? «Per mia suocera il fatto che sua figlia sposasse un veneto era un disonore, non ha nemmeno preso parte al matrimonio e poi l'ha abbandonata, senza un riavvicinamento neppure durante la malattia - fa il punto il marito - ma la cosa più grave è che dopo la scomparsa di mia moglie, insegnante per molti anni alle scuole elementari di Paese, è venuta in casa nostra a fare incetta dei suoi vestiti e dei regali di nozze e delle sue scarpe, che poi ha addirittura provato a rivendere ad alcuni negozi». Senza contare le denunce, ancora in piedi, per quanto riguarda l'eredità di alcuni titoli di Stato e libretti postali che in giovane età erano stati cointestati a Orazia e sua figlia, Loredana, tra le città di Ragusa e Treviso. E adesso toccherà al giudice decidere se tutto questo basta per impedirle di avvicinarsi alla tomba della figlia.
Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 12:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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