Spedizione punitiva davanti la scuola, poi la baby gang di minorenni blocca i bus

Venerdì 26 Gennaio 2024 di Valeria Lipparini
Spedizione punitiva davanti la scuola, poi la baby gang di minorenni blocca i bus

TREVISO - Episodi da guerriglia urbana, ieri mattina, in pieno centro cittadino. Una gang formata da ragazzini minorenni di diverse etnie - c’erano anche alcune ragazze - è entrata in azione verso le 13-13,30, all’uscita degli studenti dal Riccati e dalle vicine Stefanini, trasferite temporaneamente al Turazza.

Pronta a mettere in atto una vera e propria spedizione punitiva. Con le vedette e le retroguardie. Quando il giovanissimo studente “bersaglio” è uscito da scuola è stato accerchiato, malmenato e rincorso.

TRAFFICO STOPPATO

Ma non è tutto. La baby gang, di fatto, ha bloccato il traffico di auto e bus che tentavano di transitare da piazza Vittoria per proseguire verso via Bressa e la stazione ferroviaria. Automobilisti impazienti che hanno cominciato a strombazzare mentre qualcuno urlava «Toglietevi dalla strada». La risposta strafottente della baby gang non si è fatta attendere nemmeno un minuto. Ragazzi e ragazze hanno cominciato a sputare sulle auto e uno dei capetti della gang ha “affrontato” l’autobus prendendo a calci e pugni il mezzo. Tanto che l’autista è sceso dal bus, dopo averne arrestato la corsa. Ed è stato accerchiato dalla brutale marmaglia: uno lo ha spinto, un altro lo ha afferrato per la camicia. Senza dimostrare non solo rispetto ma nemmeno un filo di paura per le eventuali conseguenze. Facendo capire a tutti, se ce ne fosse stato bisogno, che il branco si diverte così, sfidando le istituzioni, irridendo i passanti e prendendosela con gli studenti che non hanno armi per difendersi. «Abbiamo visto il gruppo di minorenni in azione in piazza Vittoria e abbiamo chiamato subito i carabinieri. Le forze dell’ordine sono intervenute in un attimo - conferma la preside del Riccati Francesca Mondin - Faccio presente che è successo tutto in strada quindi noi come istituto non possiamo fare nulla».ù

I GENITORI

Resta il fatto che le mamme degli studenti che frequentano il Riccati e le Stefanini sono preoccupate. «Non è la prima volta, purtroppo, che quella banda di ragazzi prende di mira i nostri figli. Abbiamo paura e non sappiamo come difendere i nostri ragazzi» dice una di queste che chiede espressamente l’anonimato. Il suo racconto, insieme a quello di un altro genitore e dei rispettivi figli è agghiacciante. «Quando usciamo da scuola capita che ci troviamo davanti la gang. Sono giovanissimi ma fanno paura. Ci rubano quello che abbiamo. Alle volte ci chiedono di aprire lo zaino e ci frugano nelle tasche, portando via soldi (pochi spiccioli), cuffiette, telefonini - dice un ragazzino - Sanno come farlo e nessuno è ancora riuscito a fermarli. Noi, prima di uscire da scuola, guardiamo dalle finestre e se vediamo che sono in strada cerchiamo di raggrupparci per non esser sorpresi da soli».

IN OSPEDALE

Ma c’è di peggio. Un altro studente è stato affrontato e malmenato, tanto che è dovuto ricorrere alle cure dei medici in ospedale. Nulla di grave, nel senso che con qualche punto di sutura se l’è cavata. Ma le conseguenze che non si vedono sulla pelle restano, invece, nello spirito. «Quel compagno ha paura di venire in classe e, il pomeriggio, non esce più di casa. Insomma, dovranno pur trovare un sistema per bloccare questa banda» dicono, ancora, alcuni ragazzi. E, tutti insieme, si chiedono il da farsi. «Denunciare? Non ci pensiamo nemmeno. Sappiamo chi sono e loro sanno chi siamo noi. Ce li troveremmo a scuola e davanti alla porta di casa» escludono a priori. Qualche genitore ha provato a informare la scuola che, effettivamente, ha le mani legate. Teatro dei furti e delle botte è sempre la strada. «Ma questi ragazzi della gang non vanno a scuola? Non ci sono servizi sociali che li controllano visto che le loro famiglie sembrano distratte?» si chiedono i genitori. Mentre i figli li descrivono molto bene: «Ce ne sono di 14-15 anni. Poi, dietro, i più grandi che li aizzano. Si muovono insieme e insieme cacciano le prede. Siamo noi le loro prede. È brutto andare a scuola con questi timori».

Ultimo aggiornamento: 16:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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