Ottant'anni e non sentirli, il segreto di Renata poetessa veneziana in fuga sul lago

Venerdì 29 Settembre 2017 di Vesna Maria Brocca
Renata con Silvano sul lago
1
TARZO  - Come avere 80 anni e non sentirli, tanto meno dimostrarli. Il segreto appartiene alla bisnonna Renata Sopracordevole Lanzi, veneziana doc, poetessa e casalinga da sempre. Da vent'anni, da quando il compagno Silvano D'Este, «ex vero gondoliere da generazioni», è andato in pensione, risiede a Colmaggiore di Tarzo. Fino a non molto tempo fa, li si vedeva girare in gondola sui laghi di Revine, ora invece il prezioso mezzo di trasporto è stato donato al ristorante Ca' del Poggio.

Martedì prossimo, 3 ottobre, Renata festeggerà l'80. compleanno attorniata dall'affetto dei 3 figli, di nipoti  pronipoti e si è voluta fare un regalo: ha pubblicato il suo diciannovesimo ed ultimo libro e lo presenterà pubblicamente, lo stesso 3 ottobre alle 17.30, nell'aula magna dell'istituto comprensivo di Tarzo.

Da quanto tempo scrive libri?
«La scrittura per me è un hobby che coltivo da quando ero bambina. La mia prima pubblicazione risale al 1978 quando abitavo ancora a Venezia, la mia città. Poi ho continuato a pubblicare a cadenza regolare, scrivendo un libro ogni due anni e così sono trascorsi 40 anni per un totale di 19 pubblicazioni. Ora però basta, con questa smetto».
Di cosa parla La mente vagabonda, il suo ultimo libro?
Parla di un po' di tutto, è una raccolta di diari, di poesie e di favole. Le poesie sono scritte in dialetto veneziano e molte sono dedicate ai miei cari. Vado anche a scuola, sempre qui a Tarzo, ad insegnare ai bambini dell'asilo e delle elementari come si scrive una poesia. Al parco qui vicino invece, conosciuto con il nome di Va dee femene, racconto le mie favole a chi ha voglia di ascoltarle. I diari invece sono dei veri e propri racconti di vita vissuta, come la cronaca della Festa degli Anzini o l'incontro con Giuliana in ospedale a Conegliano, quando io ero ricoverata assieme a sua mamma, la cara Augusta. Scrivo di persone vere, degli abitanti stessi del paese, come li ho conosciuti, di quando sono venuti a trovarmi, di curiosità e di bei ricordi.

LE EMOZIONI
Un esempio di poesia?
Vede noi avevamo una gondola e ce la siamo portata qui a Colmaggiore. Facevamo fare un giro gratuitamente sui laghi di Revine a tutti, anche agli ospiti della casa di riposo Villa Bianca di Tarzo. Quindi le leggo In barca: Corre in brasso al vento, farme caressar la pele, el corpo, intanto che l cuor te pensa. Lei che mestiere ha fatto nella vita? Il più bello. La casalinga. Poi ho fatto la moglie, la mamma, la nonna e la bisnonna. Io ho tre figli: Stefano, Maddalena e Alberto. Cinque nipoti, quattro maschi e una femmina e poi c'è l'ultima arrivata, Diletta Rosa, la mia pronipote di un anno e mezzo. Sono bisnonna! Anche il volontariato ha sempre fatto parte della mia vita.

Fino ad un anno fa lei è stata presidente dell'associazione locale della San Vincenzo de Paoli. Perché si è dimessa?
Per dedicarmi alle mie passioni e per lasciare spazio ai giovani. Così sono riuscita a terminare il libro e poi mi piace realizzare bambole di pezza.

Su ogni libro che si autopubblica, volutamente per fare le cose a modo proprio, c'è sempre la figura di un gabbiano. Una specie di marchio di fabbrica. Come mai questa scelta?
Mi identifico in un gabbiano, nella libertà che simboleggia e rispecchia molto bene la mia mente vagabonda.
 
Ultimo aggiornamento: 2 Ottobre, 10:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci