Le frecce di Asia a Tokyo: «Sognavo questo momento da sempre»

Mercoledì 18 Agosto 2021 di Mirco Villanova
Asia Pellizzari

MARENO DI PIAVE - Un sorriso che ti disarma, una tranquillità cercata e voluta in questi anni, una serenità che ti conquista e che Asia Pellizzari spera la aiuti a mettersi al collo una medaglia alle Paralimpiadi di Tokyo.

Diciannove anni, è decisa e consapevole di essere una delle atlete più forti del ranking mondiale, per questo negli ultimi allenamenti svolti a Ramera di Mareno di Piave si è costruita una bolla per estraniarsi dalla realtà. Gli unici pensieri sono quelli di tirare le frecce che il suo allenatore Ezio Luvisetto le consiglia, regalandole dati e tempi delle avversarie che troverà a Tokyo. «Ho voluto chiudermi in me stessa, pensare unicamente alla gara che andrò a fare, concentrarmi e cercare di fare il meglio per me, la mia famiglia, il mio allenatore e l'Italia tutta. In queste settimane ho visto interviste, servizi che erano stati realizzati tempo fa, qualcuno addirittura senza nemmeno essere interpellata. Ecco, per tutto ciò ho pensato che fosse meglio tirare frecce e non parlare, le interviste mi mettono ansia e preoccupazioni» afferma Asia.

LA PREPARAZIONE
L'atleta, allenata dall'età di 12 anni dal tecnico Luvisetto, sorride e torna a caricare il suo arco per un altra serie di frecce. «Lei è così: decisa, motivata e concentrata. Ora ha un unico obiettivo in testa e sono sicuro che potrà centrarlo, il mio lavoro si conclude qui - commenta Luvisetto - Asia adesso tirerà qualche freccia a casa per la manualità, poi il 20 agosto partirà per Tokyo e il 27/28 sarà in gara. Sono certo che farà bene, la conosco fin da piccola, da quando le ho fatto provare un arco di cui si è innamorata immediatamente. Per Asia è importante rimanere serena, così potrà avvicinarsi alla gara senza grossi problemi. Anche se è arrivata tardi alla convocazione di queste paralimpiadi, è pronta, è una delle migliori al mondo. La carta per partecipare di solito la si stacca due anni prima, per lei non è stato possibile, ha dovuto aspettare il mese scorso centrando l'obiettivo con una prestazione fantastica» conclude il tecnico. «Ho centrato Tokyo solo un mese fa e sono stata felicissima -continua Asia - Era quello che sognavo da sempre. Ora salirò in aereo, raggiungerò la delegazione italiana e poi sarò pronta a tenere alti i colori della nostra Italia. Sarà il primo viaggio che farò da sola, senza i miei genitori e la mia famiglia che da sempre mi sono vicini e che hanno sostenuto la mia passione e la mia voglia di primeggiare».

IL PERCORSO
Il percorso per puntare a una medaglia alle Paralimpiadi è stato lungo. E Asia lo sa bene. «Sono stati anni di fatica, di grandi responsabilità, di voglia di mettermi in gioco. Prima di partire per Tokyo farò l'esame per la patente di guida e anche questo è un obiettivo che mi ero preposta e che spero di concretizzare al meglio. La mia famiglia mi ha seguita e invogliata a fare quello che mi piaceva. Sto studiando ancora anche se mi sono presa un anno sabbatico proprio per le Paralimpiadi, poi terminerò quello che ho lasciato per strada». La dedizione e l'impegno hanno portato Asia Pellizzari a coronare il sogno di tutti gli atleti, ovvero partecipare ai Giochi. «È un sogno bello che spero si possa concludere bene e non solo per me, ma per tutti coloro che mi sono vicini. Voglio ringraziare Ezio Luvisetto, che mi segue da sempre e che mi conosce meglio di chiunque altro. Tra pochi giorni non tirerò più qui a Ramera nel campo della società Arcieri del Castello di Conegliano, ma sicuramente, in Giappone, penserò a questo luogo sperando di rientrare in Italia con tanta gioia per fare festa».

L'APPOGGIO
Alla domanda se il Comune di Mareno di Piave, il sindaco Gianpietro Cattai e la sua giunta, le siano stati vicini, Asia non ha dubi: «Sono stati fantastici: mi hanno festeggiato, coccolato e augurato di tenere alto il nome di Mareno di Piave, visto che dopo 57 anni un'altra marenese rivivrà le emozioni olimpiche». Già, perchè 57 anni fa infatti fu Bepi Ros, il pugile di Mareno di Piave, a prendersi una medaglia di bronzo nei pesi massimi e ora Asia Pellizzari sogna di imitarlo. Ma Asia ha un oggetto, un talismano, un portafortuna che metterà in valigia e porterà a Tokyo? «Certo - risponde l'atleta - mi hanno regalato una collanina che ho al collo con i cerchi olimpici, penso che ogni volta che la toccherò mi darà la grinta e la voglia di fare bene in questa competizione». Ancora qualche freccia in allenamento a Ramera, con inizio alle 6.30 del mattino sempre sotto gli occhi attenti del suo allenatore Luvisetto, tecnico della Nazionale giovanile paraarceri, e per Asia inizierà l'avventura. «Come ha detto Asia - afferma Luvisetto - ci stiamo concentrando su un lavoro mentale, è importante la tranquillità, la serenità. Fisicamente ci siamo, paradossalmente questa ondata di caldo africano ci ha avvicinato al clima umido di Tokyo. Per questi atleti, denominati V1 con alte lesioni, è importantissimo essere sempre controllati con la temperatura corporea: loro infatti non sudano e per questo hanno bisogno di essere idratati e seguiti per non far salire la temperatura. Siamo pronti per giocarci le nostre frecce, al suo ritorno in ogni caso faremo grandi feste, perchè un'esperienza così non la scordi facilmente».
 

Ultimo aggiornamento: 19 Agosto, 10:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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