TREVISO Un messaggio sul cellulare, poi la telefonata del finto bancario: «Qualcuno ha provato a entrare nel suo conto corrente, clicchi sul link e segua le mie istruzioni, sistemeremo tutto in pochi minuti».
L'INDAGINE La banca (quella vera, stavolta) era all'oscuro di tutto: nessuno di loro lo aveva contattato. Dal conto invece erano partiti diversi bonifici verso dieci codici Iban prelevando 148.500 euro. Di questi, 98.500 erano già spariti mentre gli altri 50mila erano stati bloccati in automatico dal sistema. Con il patrimonio dilapidato, al 45enne non è rimasto che chiedere aiuto alla questura, sporgendo querela. Grazie ai pochi dati che la vittima ha potuto fornire, gli agenti dell'Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico hanno fatto un lungo lavoro di incrocio dei dati riuscendo, nei mesi scorsi, a risalire a tutti gli intestatari dei conti correnti su cui erano arrivati i bonifici oltre che all'uomo che si era spacciato per dipendente della banca. Si è scoperto che erano uomini e donne di varie età e residenti in diverse regioni d'Italia, tutti accomunati da una sfilza di precedenti penali per furti, falsificazione di documenti e imbrogli online. A questi si è aggiunta venerdì una denuncia per truffa. Le indagini hanno permesso anche di congelare una parte del denaro che non era ancora stato prelevato e fatto sparire, in attesa di poterlo riconsegnare al legittimo proprietario. Arduo sarà però recuperare le cifre già rimesse in circolo, dal momento che i responsabili sono in questo caso parte di una rete criminale ramificata e ben organizzata proprio per colpire e cancellare ogni traccia.