Siccità, altre 10 ordinanze dei Comuni contro gli sprechi d'acqua

Economia Nordest

Sabato 18 Giugno 2022 di Laura Bon
Il Piave in secca

Sono una decina, fra i 52 Comuni gestiti da Ats, quelli che di fronte alla grave situazione di carenza d’acqua hanno emesso ordinanze che vietano l’uso della rete dell’acquedotto per impieghi diversi da quello domestico, preannunciando multe dai 25 ai 500 euro. Dopo Montebelluna ci sono Cavaso, Pieve del Grappa e Arcade, mentre a Miane il sindaco Denny Buso aveva firmato già il 7 giugno un’ordinanza “a ore”, disponendo «fino al 31 agosto il divieto assoluto di utilizzo dell’acqua potabile per tutti gli usi non strettamente domestici dalle 7 alle 22 tutti i giorni della settimana».


LE RACCOMANDAZIONI

Quasi tutti i Comuni, pur senza arrivare alle ordinanze, si sono impegnati nel sensibilizzare la popolazione. È ad esempio il caso di Cornuda o di Segusino. Entrambi hanno diffuso un avviso nel quale ricordano che, secondo quanto comunicato da Ats, «le recenti piogge non sono state sufficienti a ripristinare la grave carenza idrica» e che «pertanto si invita la popolazione a non utilizzare acqua potabile per lavare macchine, per annaffiare gli orti e per pulire cortili e piazzali». Gli stessi si riservano «di adottare ulteriori provvedimenti, anche a carattere precettivo con relative sanzioni, qualora dovesse perdurare l’emergenza e fossero riscontrati utilizzi impropri dell’acqua». «Quasi tutti i sindaci, per la verità, hanno sensibilizzato o stanno sensibilizzando la popolazione - dice Pierpaolo Florian, amministratore delegato di Ats - È importante che la gente mostri senso civico nei piccoli gesti che, sommati su 200mila utenze e 500mila persone, fanno la differenza. A tutti è evidente la secca nei canali e il fatto che le falde si stanno abbassando: il problema non può essere affidato al singolo sindaco». Ecco allora l’invito a far andare lavatrice e lavastoviglie a pieno carico, a preferire l’autolavaggio, che usa meno acqua, al lavaggio domestico dell’auto. In connessione con il Covid, ma anche con le alte temperature, è inoltre elevatissima la diffusione di piscine nei giardini. «Cerchiamo però di usare - invita Florian - impianti di filtraggio e riuso». Per quanto riguarda gli orti, «non è realistico far morire tutto, ma bisogna usare l’acqua con parsimonia».


I CONTROLLI

Intanto, anche Ats si sta dando da fare. «Ci sono tre squadre costantemente in azione - prosegue Florian - con l’obiettivo di individuare punti in cui ci siano perdite dell’acquedotto e provvedere alle riparazioni». Ma quali sono, nel vasto territorio gestito da Ats, le località più in crisi? «Di sicuro la zona di Vedelago, Istrana e Castelfranco, ma anche la Pedemontana, da Pieve del Grappa a San Zenone a Mussolente. Il gesto scontato di aprire il rubinetto dietro ha decine di persone e ore di lavoro. Dobbiamo contribuire tutti, anche nelle relazioni fra vicini, facendo notare se qualcuno esagera».


LE SANZIONI

Per quanto riguarda invece l’utilità di eventuali multe, «all’atto pratico è difficile comminarle. È necessario infatti cogliere le persone in flagranza. E comunque il personale della polizia municipale ha anche altro da fare». Intanto, il consorzio Piave ha fatto in questi giorni il punto della situazione, spiegando che «nonostante il brusco aumento delle temperature i temporali non sono mancati sia nell’alta pianura che sull’area dolomitica dove le precipitazioni sono fondamentali per l’alimentazione dei laghi alpini». E qui, «complici gli insistenti temporali registrati, il volume invasato nei laghi è in ripresa per attestarsi su valori confortanti, dell’ordine del 87-90%» mentre «dalla fine di maggio le portate derivate dal fiume Piave sono aumentate da 35 a 40 mc/s complessivamente (Fener, Nervesa e Fadalto Castelletto), osservando riduzioni dell’ordine del 25% rispetto ai valori dei disciplinari di concessione».

Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 10:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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