Sciopero della fame contro il green pass: la lotta solitaria del prof no vax

Mercoledì 16 Febbraio 2022
Il prof Giuseppe Manildo
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TREVISO - In sciopero della fame fino a domenica. È la dura forma di protesta contro il Green pass obbligatorio intrapresa da Giuseppe Manildo, professore 59enne di filosofia al Duca degli Abruzzi di Treviso. Si tratta della stessa scuola dove aveva insegnato anche Luciana Mangiò, la prima vittima del Covid nella Marca, mancata alla fine di febbraio del 2020 all'età di 76 anni. Nonostante l'obbligo per gli insegnanti, Manildo non si è vaccinato.

E lo scorso 10 gennaio è stato formalmente sospeso dal servizio. La dirigente Anna Durigon sottolinea però che leggi vanno rispettate, sempre: «Abbiamo osservato tutte le procedure avvisando l'insegnante per tempo. Le regole sono uguali per tutti e vanno rispettate in ogni occasione». Ma con l'entrata in vigore dell'obbligo vaccinale per tutti gli over 50 Manilo ha deciso di fare un passo in più dando vita alla clamorosa protesta.

LA LETTERA
«In queste settimane avevo sperato che qualcosa potesse cambiare, che si creasse un movimento d'opinione che facesse pressione sul governo, non solo perché ora come ora la situazione pandemica appare molto meno grave, ma per l'evidente ingiustizia intrinseca al Green pass - ha scritto nella lettera inviata alla preside e agli altri insegnanti - invece niente. Ancora niente. Intanto il tempo passa e il conto corrente langue. Allora ho pensato: caro mio, ancora una volta, invece che ribellarti subito all'ingiustizia, ti sei limitato a farti da parte, perché in fondo sei abbastanza ricco per poterti permettere qualche mese senza stipendio. Adesso ti accorgi che cosa invece hanno dovuto subire tanti altri lavoratori, meno abbienti o magari con bisogni più impellenti dei tuoi». Da qui la decisione di digiunare. Per ora fino a domenica. «Ho pensato: chi non lavora, neanche mangi! Io che sono ricco e posso mangiare anche senza lavorare, voglio digiunare per solidarietà con quanti non cedono e sono ridotti alla fame, ma anche con chi ha ceduto per non morire di fame, o magari anche per poter continuare a svolgere la propria professione, o per paura dello stigma sociale».
L'iniziativa, sottolinea, vuole essere solidale. «Digiuno per solidarietà anche con negozianti e ristoratori che sono costretti a chiedere il Green pass per non rischiare la multa tira le fila né dimentico quelli che hanno ceduto per poter continuare quelle attività che consideravano comunque importanti per la loro vita: andare al ristorante, ai concerti, viaggiare e così via».

LA REPLICA
Al Duca degli Abruzzi conoscono bene le posizioni di Manildo. Ci sono stati diversi momenti di confronto. «È una scelta personale che non commento. Ma cercheremo di sentirlo spiega la preside Durigon ha voluto dare un messaggio a livello istituzionale, non alla sua scuola». «Il professore ha tenuto fede alle sue scelte dall'inizio alla fine conclude certo, non mi aspettavo che poi prendesse anche queste decisioni, che a livello umano sono molto importanti. Ma non credo che ci saranno ripercussioni all'interno dell'istituto e tra gli studenti: la sua è una scelta, rispettabile, che rimane nel campo personale».
 

Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 11:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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