Scacchi. Lorenzo Candian lancia la sfida all'inglese Nigel Short: «Voglio la rivincita»

Lunedì 7 Febbraio 2022 di Francesca Dussin
Scacchi. Lorenzo Candian lancia la sfida all'inglese Nigel Short: «Voglio la rivincita»

È passato ormai un mese dalla rocambolesca partita a scacchi tra Lorenzo Candian e l'inglese Nigel Short alla Vergani Cup International, nella quale il 14enne trevigiano ha sfiorato un'incredibile vittoria perdendo contro il Grande Maestro e vicecampione del 1993 solo per lo squillo del telefono.

Ha già collezionato 4 podi italiani e raggiunto un punteggio Elo di 2050, conseguendo il titolo di candidato maestro al pari dei suoi insegnanti del circolo scacchistico Regina Cornaro di Asolo. Lorenzo, che di certo non si aspettava tutta la celebrità di queste ultime settimane, è ora tornato alla vita di sempre tra famiglia, scuola, amici e tutti gli impegni che un ragazzo della sua età può avere, ma ripensa ancora a quell'incontro formidabile.


Conoscevi il tuo avversario?
«Conoscevo già Nigel, avevo già guardato e analizzato le sue partite per studiare lo stile di gioco, ma certo non pensavo di trovarmelo davanti. Fino al giorno della partita al torneo di Cattolica, non sapevo di dover giocare contro di lui. È stato un onore sfidarlo».


Sensazioni a freddo su quella partita?
«Appena è finita ero piuttosto amareggiato per aver perso solo per una questione tecnica. Ora che è passato un po' di tempo ho una gran voglia di rivincita, vorrei rigiocarci assieme e dimostrargli quanto valgo. Abbiamo deciso di proporgli una rivincita in 6 partite, in cui ognuno di noi giocherà 3 volte bianco e 3 volte nero, qua in Italia. Mi farebbe piacere poterci riprovare».


E sarà meglio lasciare a casa il telefono durante le partite.
«In realtà in Italia è consentito portare il cellulare spento in sala da gioco, ma ho scoperto che all'estero non si può. La prossima volta non lo porterò affatto ai tornei o in ogni caso lo terrò a distanza, in un'altra sala. Ovviamente metterò il muto a tutte le sveglie».


Quanto tempo dedichi agli scacchi e con chi ti alleni?
«Di solito dedico un'ora e mezza al giorno agli scacchi. Nella prima fase studio la teoria, qualche volta sui libri ma soprattutto su internet: studio le aperture, i finali e tutte le varie fasi della partita, ripercorrendo anche le partite dei più grandi scacchisti. Nella seconda parte gioco online su dei siti di scacchi, nei quali si possono sfidare persone di tutto il mondo, di vario livello, e con la possibilità di scegliere anche il tempo a disposizione per le mosse. Poi il sabato pomeriggio vengo qui al circolo di Asolo. Non ho persone con cui giocare abitualmente, perché amici di scuola che giocano a scacchi purtroppo non ne ho».


Ma forse in famiglia sì.
«In famiglia? Sono troppo scarsi. È da quando avevo 8 anni che batto regolarmente mio papà e allora lui ha deciso di portarmi qui al circolo dove ho iniziato davvero a sviluppare le mie capacità».


Come riesci a controllare l'ansia e a mantenere la concentrazione?
«Prima delle partite in genere sono tranquillo. Gioco per giocare bene, certo, ma soprattutto per divertirmi, non importa se perdo o vinco. Se mi trovo di fronte giocatori forti o campioni del mondo, tanto meglio, così posso mettermi alla prova. Mantenere la concentrazione invece a volte è davvero difficile, perché le partite possono durare tantissimo. Il mio record è stato di 4 ore e 45 minuti. Il tempo passa veloce quando giochi, ma dopo qualche ora è normale sentire la stanchezza e lo stress».


Oltre agli scacchi è importante anche la scuola.
«Sì, infatti quest'anno ho iniziato il liceo, frequento lo scientifico Giorgione a Castelfranco Veneto. Per ora riesco a organizzarmi, a dare peso sia alla scuola che agli scacchi, senza sacrificare niente. I miei compagni di classe mi hanno fatto tutti i complimenti per la vittoria sfiorata contro Nigel, e si sono divertiti a leggere gli articoli che parlavano di me ai professori, che non ne sapevano niente. Giocare a scacchi ha allenato la mia concentrazione, e spero che con il tempo questo mi aiuti anche nello studio. In più è uno sport che sviluppa l'intelligenza, mi ha insegnato a non abbattermi davanti a una sconfitta ma ad imparare dai miei errori».

Ultimo aggiornamento: 8 Febbraio, 10:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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