Riese Pio X. Gli pignorano casa e capannone, ma un incendio doloso li distrugge: a processo l'81enne ex proprietario

Martedì 12 Marzo 2024 di Giuliano Pavan
RIESE PIO X L'incendio del luglio 2017 aveva distrutto un capannone che era stato pignorato all'imputato

RIESE PIO X (TREVISO) - Incendio doloso e turbativa d’asta. Sono le accuse mosse dalla Procura di Treviso a un 81enne, ora residente a Castello di Godego, reo di aver dato fuoco a un capannone e a una villetta singola che un tempo erano di sua proprietà e che erano stati pignorati. Due episodi distinti confluiti nello stesso fascicolo: il primo risale al 2 luglio 2017, il secondo all’11 ottobre 2018.

Ieri mattina in aula era attesa la sentenza ma il pubblico ministero Valeria Peruzzo ha depositato nuovi documenti che non erano stati inseriti nel fascicolo del giudice Iuri De Biasi e che, secondo la Procura, incastrerebbero l’anziano. Di diverso avviso la legale dell’uomo, l’avvocatessa Anna Baggio, pronta a smontare il quadro accusatorio nel corso dell’arringa difensiva, fissata il 3 giugno prossimo.

LE PROVE

Nei vari documenti depositati ieri mattina dal pubblico ministero, due sono quelli più significativi. Il primo è un cd con le immagini delle telecamere di videosorveglianza installate vicino al capannone di via Castellana a Riese Pio X in cui viene ripreso un uomo che, poco prima dell’incendio, si dirige verso lo stabile con una tanica in mano. Il secondo è invece un tabulato telefonico in cui viene accertato che il telefono dell’81enne aggancia una cella vicina alla villetta, sempre in via Castellana, nell’arco temporale in cui si è sviluppato il secondo rogo per cui l’anziano è sotto processo. Per la difesa, però, sono circostanze che non proverebbero nulla: le immagini non sono chiare e non è possibile stabilire se quello ripreso sia l’imputato, e poi la cella telefonica agganciata copre un’area molto più ampia di quella dell’abitazione andata a fuoco. A favore della difesa gioca poi il fatto che in entrambi gli incendi si ipotizza l’origine dolosa ma, a conti fatti, non c’è agli atti un’analisi chimica che lo accerti.

GLI EPISODI

Come detto, il primo episodio risale al 2 luglio 2017. L’imputato era proprietario di un capannone che affittava a diverse realtà artigianali e commerciali, che però erano indietro con i pagamenti. E di conseguenza l’uomo finì col vedersi pignorato l’immobile. Poco prima dell’asta lo stabile venne distrutto da un incendio. Circostanza identica a quella avvenuta poco più di un anno più tardi, quando all’asta era finita la sua villetta, anche quella sottoposta a procedura di esecuzione. In entrambi i casi gli acquirenti si dileguarono, visti i danni provocati dai roghi. I sospetti ricaddero subito sull’ex proprietario, finito iscritto nel regitro degli indagati. E a distanza di più di sei anni dal secondo incendio l’81enne è ancora in attesa di giudizio, con la prescrizione che ormai incombe.

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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