Passaporti, boom di partenze e richieste a raffica: a Nordest attese fino a 4 mesi

Giovedì 5 Maggio 2022 di Maria Elena Pattaro
Passaporti, boom di richieste a Nordest attese fino a 4 mesi
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TREVISO/VENEZIA - Con la fine dell’emergenza Covid e le vacanze estive all’orizzonte, i cittadini tornano a viaggiare. Ma se fino a poche settimane fa l’ostacolo erano le restrizioni anti-pandemia, ora il collo di bottiglia è il passaporto. A Nordest le questure sono alle prese con un boom di richieste, tanto da non riuscire a evaderle tutte in tempi brevi. Da Treviso a Pordenone, da Padova a Venezia: per ottenere un passaporto si aspettano mesi, eccezion fatta solo per le urgenze. E per chi volesse prenotare un appuntamento adesso, la prima data utile è fine settembre. Troppo tardi per chi ha in programma soggiorni extra europei. Così in molti casi monta la protesta. E c’è chi, come il questore di Vicenza, ha istituito giornate di apertura straordinaria: ieri sono stati un centinaio i ragazzi che si sono presentati al commissariato di Bassano del Grappa; domenica invece sono circa 50 gli appuntamenti fissati per le famiglie. 

IL BOOM
Dopo due anni di pandemia, in cui l’attività dell’ufficio passaporti si era ridotta ai minimi termini, ora il numero di richieste è tornato ai livelli pre Covid. Con una complicazione non da poco, dovuta alla Brexit: da quando la Gran Bretagna è fuori dall’Unione Europea, gli italiani che intendono entrare nel Paese devono munirsi di passaporto: non basta più la semplice carta d’identità. Da qui la mole di richieste, con cui gli agenti faticano a tenere il passo. Un esempio? Arriva da Treviso. Tra marzo e aprile le richieste processate hanno sfiorato quota 4mila: 3.953 per la precisione. I motivi sono legati soprattutto al lavoro e allo studio, e soltanto in seconda battuta al turismo: trasferte per conto di aziende e vacanze studio, quindi. Nella classifica delle mete più gettonate dai richiedenti trevigiani spicca il Regno Unito, dove intere comitive di studenti stanno pianificando un soggiorno linguistico per affinare l’inglese. Sul podio anche Dubai e gli Stati Uniti. Il tempo di attesa varia da qualche settimana a qualche mese, ma la questura annuncia «un’implementazione del servizio (attivo a Treviso e nel commissariato di Conegliano, ndr) mettendo a disposizione più agenti. Stiamo facendo il possibile per soddisfare le richieste dei cittadini, a seconda delle priorità». Intanto l’esperimento di un ufficio decentrato avviato con il Comune di Castelfranco Veneto va incontro a una pausa. Nel sito web comunale, un alert avverte che «a partire dal mese di giugno 2022 il servizio sportello passaporti presso la sede municipale verrà sospeso a causa di carenza di personale dell’Ufficio passaporti della Questura di Treviso. Il servizio verrà ripristinato il 6 settembre». A Padova le domande di passaporto presentate tra marzo e aprile sono state 12mila. Quelle prese in carico poco più della metà: 6.200. Le altre verranno smaltite nei prossimi mesi. Lavoro e vacanza si equivalgono, anche alla luce del fatto che molti dei lavoratori in trasferta si portano appresso la famiglia. E anche in questa provincia, come nel caso della Marca Trevigiana, la meta principale resta il Regno Unito, l’Inghilterra in particolare. «Il tempo medio di rilascio di un passaporto va dai 5 ai 15 giorni - spiega la questura patavina - mentre in caso di urgenza si procede immediatamente». Ma l’ufficio è subissato di pratiche. Per rendersene conto basta accedere al portale online e cercare di fissare un appuntamento: la prima data utile è il 19 settembre. 

60 RICHIESTE AL GIORNO
A Venezia la situazione non è di certo più rosea. Anzi: anche qui la lista d’attesa supera i due mesi. Nella questura lagunare l’onda d’urto della fine emergenza si è fatta sentire e per l’ufficio passaporti tenere il passo con gli appuntamenti non è facile. «Parliamo di cinquanta o sessanta richieste al giorno - spiega Diego Brentani, segretario del sindacato di polizia Siulp di Venezia - l’attività si è decuplicata e noi, che di fatto abbiamo uno sportello solo, fatichiamo a dare un servizio tempestivo come avveniva invece prima del Covid». I nuovi vincoli, come la prenotazione obbligatoria e il numero massimo di utenti previsti per l’ufficio, non aiutano a snellire il procedimento. «Ora la gente ha voglia e fretta di riprendere a viaggiare - continua Brentani - e giustamente pretende di avere i documenti. Il nostro settore però non è stato rinforzato, gli uomini sono sempre gli stessi e non possiamo fare di più. La soluzione c’è ed è alla portata: autorizzare i Comuni, con una semplice deroga, a rilasciare i passaporti». Stessa situazione anche a Pordenone, dove il tempo di attesa per un passaporto può durare anche quattro mesi, mettendo a rischio ferie e viaggi all’estero. Insomma il primo ostacolo con cui fare i conti per chi sta pianificando “l’evasione” è la coda all’ufficio passaporti. 
(ha collaborato Davide Tamiello)

Ultimo aggiornamento: 16:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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