Chiude anche l'ultimo casoìn di Oderzo: addio all'Alimentari Segato, fondato nel 1890

Domenica 30 Gennaio 2022 di Annalisa Fregonese
Chiude anche l'ultimo casoìn di Oderzo: addio all'Alimentari Segato, fondato nel 1890

ODERZO - E' stato ieri sabato, l'ultimo giorno di lavoro per Andrea Segato, 61 anni, titolare della bottega di alimentari situata all'angolo fra via D'Annunzio e via Rizzo. Scritta la parola fine su quello che è stato un lungo capitolo di storia opitergina, iniziato ancora nel 1890 quando i nonni di Andrea, giunti in Oderzo, decisero di aprire diversi negozi di generi alimentari.

In via Umberto I ai Quattro Cantoni, e in vicolo Molini, poi in via D'Annunzio.

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LE RAGIONI

«Sono costretto a chiudere per motivi personalissimi dice il negoziante -. Ringrazio tutti i miei clienti. Gli amici e le persone che, sapendo della scelta alla quale sono stato costretto, sono venute a fare la spesa da me». Andrea Segato si commuove: tutta la sua vita la dedicata a questo negozio, preso in mano quando il papà Antonio, Toni per gli opitergini, non fu più in grado di portarlo avanti. E' la malinconica conclusione di una vicenda familiare e commerciale. Con la chiusura degli Alimentari Segato cala il sipario sull'ultimo casoìn della città, addio all'ultima bottega di vicinato. Dove si poteva trovare di tutto un po', dalla pasta ai pelati, dal detersivo alla crema per le mani, dallo spazzettone, alle sigarette. Andrea aveva mantenuto la licenza per vendere tabacchi. «Ho sempre avuto il minimo indispensabile racconta considerato che il fumo fa male. Mi sono rifiutato di tenere i gratta e vinci e gli altri giochi. Lo so che ci ho rimesso, ma prima di tutto è una questione di coscienza. Non volevo vedere nella mia bottega gli anziani mettersi in un angolino per grattare affannosamente un quadratino di carta, non l'ho mai trovato dignitoso. In tutto come c'è un inizio c'è anche una fine. Non riaprirò la bottega. Sto facendo delle valutazioni, non escludo la vendita».

LA STORIA

Dopo aver frequentato la scuola alberghiera a Falcade, l'unica ai suoi tempi, ha lavorato in diversi alberghi, ha gestito una gastronomia a Santa Fosca in Cadore. Fino a quando ha rilevato l'1 aprile 1988 il negozio dei genitori Toni e Maria Barbarotto. Nella sua vita anche i due anni di pandemia. «E' paradossale ma il Covid mi ha aiutato. C'è stato un momento, nel 2020, quando ad essere aperto c'ero solo io. Le cose sono andate lentamente in declino, a volte passavano ore senza che entrasse nessuno». Da ieri un'altra vetrina è spenta in Oderzo, è la numero 35.

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